< PreviousSiamo leader mondiali nella produzione di pannelli solari ultraleggeri ed ultrasottili in materiale plastico. I nostri pannelli fotovoltaici sono caratterizzati da alta efficienza e facilità di installazione. Ecco perché molti costruttori di camper e caravan, cantieri navali, costruttori di contenitori per i rifiuti, di apparecchiature per la sicurezza, di tensostrutture , architetti e progettisti scelgono di integrare i moduli PV Enecom direttamente in fase di design e progettazione delle loro realizzazioni. Ed ecco perché ENECOM INSIDE è diventato un marchio dstintivo di qualità e innovazione , Made in Italy ENECOM Srl - Via Siena, 16 59013 Montemurlo Italy - +39.334.1444084 info@enecompower.com www.enecompower.com S iamo ripartiti con il camper. Dopo oltre un anno, sono risalito sulla mitica “Alba” insieme a Paolo e ho percorso Lombardia, Veneto, Emilia, Marche e Abruzzo. Dieci giorni e circa trenta incontri. Faccio il giornalista e quindi “posso muovermi”, ovviamente con tutte le precauzioni del caso. Erano mesi che non viaggiavo ed è stato emozionante riscoprire il piacere autentico, quasi mistico, dell'incontro vero, di persona, senza zoom, webcam, connessioni Internet o chat. Il viaggio che abbiamo iniziato è un nuovo percorso, solo apparentemente lontano dai temi che da sempre ci contraddistinguono. Siamo partiti alla ricerca dell'amore (e del sesso) che cambia. Un viaggio per provare a capire come stiamo vivendo le relazioni in questo momento storico. Che cosa succede ai figli, in un mondo in cui la famiglia classica sembra venire meno? Come vivono le relazioni di coppia le persone? E che cosa sta succedendo alla nostra vita sessuale? Temi che riguardano tutti ma che sembrano lontani dall'ecologia, dalla sostenibilità, dai cambiamenti climatici, dalle plastiche nei mari. E invece, ho scoperto con stupore, ancora una volta tutto è connesso. Alla base di tutti i sommovimenti del nostro mondo contemporaneo stanno le relazioni umane, che ci permettono di cambiare in meglio le cose. E in mancanza di esse ci comportiamo in modo insano, egoista, anti-ecologico. Chi lavora su di sé, si interroga sulla propria capacità di amare, sulla propria sessualità, sul modo in cui sta crescendo i propri figli, è inevitabilmente una persona in cammino, alla ricerca di responsabilità e consapevolezza e quindi non può non avere a cuore i destini del nostro mondo. La parola che è tornata più volte in questo piccolo viaggio è stata “consenso”. Tutto va bene, in un mondo che cambia, purché ci sia il consenso delle parti in causa. Consenso tra due persone che si amano a modo loro, consenso nel crescere un figlio in modo diverso. Consenso nel tentativo di mediare una relazione tra religioni e culture diverse. Ecco, vorrei che cercassimo questo consenso tra noi e il Pianeta Terra, quando decidiamo come mangiare, come vestirci, come riscaldare la nostra casa, come viaggiare, come tutelarci da un virus. Consenso di tutte le parti in causa. Capacità di ascolto, empatia, biofilia. ▲ Segui il viaggio di Daniel e Paolo qui: https://www.italiachecambia.org/2021/03/aggiornamenti- quotidiani-camper-italia-che-cambia/ ITALIA CHE CAMBIA a cura di Daniel Tarozzi* 11 L'ECOFUTURO MAGAZINE marzo/aprile 2021 * Fondatore di Italia che Cambia, giornalista e scrittore Riparte il viaggio di Italia che Cambia alla riscoperta della sostenibilità nel Bel Paese L'amore ai tempi del CovidP riorità. Oggi più che mai, in tempi di pandemia, questa parola diventa cruciale. Priorità di vaccinazione alle fasce più esposte, priorità rispetto al ruolo sociale, priorità (terribile a sentirsi) rispetto alle possibilità di sopravvivenza, sono solo alcuni degli aspetti pandemici nei quali si usa il termine in questione. Una scelta, quella sulle priorità, che sul piano ambientale è molto meno netta o forse lo è una volta l'anno, in occasione delle Cop sul clima. La questione non cambia, anche se siamo di fronte a una serie di scelte per la ripartenza (dopo la pandemia) che dovrebbe avere una forte impronta ambientale. Se si trattasse solo di dinamiche legate ai governi, la questione sarebbe grave, ma non gravissima come invece è se in queste dinamiche includiamo gli ambientalisti. Figure che dovrebbero essere l'innesco del cambiamento. Quali dovrebbero essere le loro priorità? È una scelta che dovrebbe essere fatta alla luce del fatto che non sarà possibile una soluzione sincrona a tutte le problematiche ambientali introdotte dall'attività antropica sulla Terra. Secondo chi scrive, la priorità andrebbe data alla questione climatica e alle emissioni di gas serra che devono essere limitati drasticamente, per non avere danni peggiori di quelli già irreversibilmente in atto. Fatta questa scelta, è necessario declinare le azioni ancora una volta in base alle priorità grazie alle percentuali di emissione dei vari settori. Ed ecco allora che ci possono venire in aiuto i dati. Dal grafico, realizzato su dati del World Resources Institute del 2016, appare quale dovrebbe essere la priorità degli ambientalisti: l'energia. Se il 73,2% delle emissioni globali è dovuta all'utilizzo dell'energia, con sottosettori giganteschi sul fronte delle emissioni, quali gli edifici residenziali con il 10,9%, i trasporti su gomma con il 11,9%, le acciaierie e il settore manifatturiero con il 17,8%, non si lascia spazio a dubbi. Invece l'universo ambientalista appare concentrato su fronti che emettono molto meno, come quello dei rifiuti, 3,2%, degli allevamenti, 5,8% e della deforestazione 2,2%. In sostanza, tutti i settori estranei a quello energetico incidono per il 26,8% delle emissioni. Le priorità degli ambientalisti non seguono questi dati e la frammentarietà e spesso la scarsa coerenza delle azioni, possono rappresentare un freno e non uno stimolo alla soluzione dei problemi climatici. Questo mosaico disordinato di azioni genera una scarsa sensibilità sul clima da parte dell’opinione pubblica - nonostante le apparenze che sembrano emergere dai recenti movimenti, che raramente si traducono in risultati elettorali a due cifre. Tutto questo si riflette sulle azioni dei governi e degli accordi internazionali, costellate di ambizioni "stellari" che spesso partoriscono sistematicamente topolini. Con tutto il rispetto per i simpatici roditori. ▲ * Giornalista scientifico, caporedattore L’Ecofuturo Magazine ENERGIA a cura di Sergio Ferraris* P u b b l i c i t à 6 ,6 % Ed i ci re s i d e n z i a l i 1 0 , 9 % Agricoltura, Selvicoltura, uso della terra 18,4% Riuti 3,2% Industria 5,2%Energia 73,2% Bestiame e letame 5,8% Suoli agricoli 4,1% Coltivazione del riso 1,3% Raccolti bruciati 3,5% Deforestazione 2,2% Terreno coltivato 1,4% E n e r g ia u t ilizzat a n e g l i e d i c i 1 7 , 5 % T r a s p o r t i 1 6 , 2 % E ner g ia u t i l i z z a t a d a l l ’ i n d u s t r i a 2 4 , 2 % Prateria 0,1% Discariche 1,9% Acque reue 1,3% Sostanze chimiche 2,2% Cemento 3% Energia per agricoltura e pesca 1,7% Fuga di emissioni dalla produzione d’energia 5,8% Combustione di carburante non distribuito 7,8% Oleodotti 0,3% Ferrovie 0,4% Trasporti marittimi 1,7% Aviazione 1,9% Trasporto stradale 11,9% Altra industria 10,6% Macchinari 0,5% Macerazione della carta 0,6% Cibo e tabacco 1% Chimica e petrolchimica 3,6% Metalli non ferrosi 0,7% Fe rro e a c c i a i o 7 ,2 % E m i s s i o n i g l o b a l i d i g a s s e r r a per se t t o r e 13 L'ECOFUTURO MAGAZINE marzo/aprile 2021 Le priorità degli ambientalisti spesso non riflettono le vere emergenze Priorità climaticaINSIEME PER UN BIO MIGLIORE Il Consorzio Marche Biologiche riunisce 300 agricoltori della filiera biologica marchigiana, la regione che ha dato i natali ai pionieri del Bio. Obiettivo? Favorire i progetti di filiera e promuovere i prodotti bio delle Marche in Italia e nel mondo. Dove i pionieri del bio coltivano il futuro www.conmarchebio.itCon Marche Bio15 L'ECOFUTURO MAGAZINE marzo/aprile 2021 A bbandonare l’acqua minerale in bottiglia per bere quella del rubinetto quando si è in casa o da portare con sé in una borraccia? I benefici di questa scelta sono tanti. La riduzione dell’inquinamento ambientale, specialmente nei fiumi e nei mari, è sicuramente il più grande. La dispersione delle microplastiche secondarie derivate dalla degradazione delle bottiglie e buste di plastica costituisce la forma prevalente d’inquinamento da plastica nei corsi d’acqua e nei mari. Secondo una ricerca pubblicata su Frontiers in Marine Science, quasi i tre quarti dei pesci nell’Atlantico Nord-Occidentale sono contaminati da microplastiche e microgranuli. In Italia, ogni anno, si consumano undici miliardi di litri d’acqua in bottiglia. A questo, si associano lo spreco energetico per la produzione, lo smaltimento e il trasporto degli imballaggi. Le bottiglie di plastica sono dannose per l’ambiente e per la nostra salute, poiché possono contenere sostanze tossiche che migrano nell’acqua, come gli ftalati, pericolosi interferenti endocrini che sempre più stanno determinando sterilità nel genere umano. Basterebbe avere sempre con sé una comoda borraccia e seguire alcuni consigli per bere l’acqua del rubinetto ogni giorno. E che dire del risparmio? Sarebbe di circa 200 euro l’anno a persona. Come migliorare il gusto dell’acqua del rubinetto Per questioni di sicurezza e di disinfezione, viene aggiunto all’acqua di casa il cloro, un gas in forma di ipoclorito di sodio NaClO, che ha un odore e un gusto sgradevole. Uno dei modi più semplici per eliminarlo è farlo evaporare. Il cloro è un soluto volatile, una sostanza disciolta in un liquido, come l’acqua, che ha la tendenza a evaporare. L’ideale sarebbe far “decantare” l’acqua per almeno otto ore in una bottiglia di vetro, o per accelerare il processo, farla bollire non meno di venti minuti. Non serve tanto, solo un pizzico di organizzazione mentale: ogni sera basta riempire due-tre bottiglie da un litro a persona, per avere il giusto quantitativo per dissetarsi; per evitare che entri polvere nella bottiglia si può coprire l’imbocco con un telo leggero. Un altro semplice consiglio è di non bere la parte finale dell’acqua in una brocca, bottiglia o borraccia, poiché il calcare si deposita sul fondo. Aromatizzare l’acqua del rubinetto Per rendere il gusto dell’acqua più invitante e incentivarne l’utilizzo, si può aromatizzare in vari modi. Si può scegliere il succo di limone, spremendone mezzo per ogni litro di acqua o aggiungere cinque foglioline di menta, per un effetto ancor più rifrescante. Come igienizzare una borraccia All’interno di una borraccia possono proliferare muffe e batteri. Per questo motivo una volta al mese sarebbe importante pulirla con a una soluzione igienizzante. Per autoprodurla si mettono all’interno della borraccia una soluzione con tre gocce di tea tree oil, un olio essenziale battericida da trovare in erboristeria e tre cucchiai di alcool alimentare, dalle proprietà antisettiche. Dopo di che, si chiude e si scuote con energia per far in modo che la soluzione si muova all’interno, igienizzandola in ogni sua parte. Non resta che risciacquarla con acqua bollente per averla sempre pronta a ogni ecologico uso: al lavoro, durante lo sport, nello zainetto dei bimbi, al parco, c’è sempre posto per un’ecologica ed etica borraccia! ▲ * Scrittrice e conduttrice tv, presidente Movimento per la Decrescita Felice AUTOPRODUZIONE a cura di Lucia Cuffaro* L'utilizzo di due oggetti semplici come il rubinetto e la borraccia porta vantaggi enormi Acqua: istruzioni per l'uso L'utilizzo di due oggetti semplici come il rubinetto e la borraccia porta vantaggi enormi Acqua: istruzioni per l'usowww.martignani.com MARTIGNANI SRL Via Fermi, 63 - Zona Industriale Lugo 1 48020, S. Agata sul Santerno (RA) Italy Tel. (+39) 0545 230 77 · Fax (+39) 0545 306 64 martignani@martignani.com SOLUZIONI INTELLIGENTI per una AGRICOLTURA MODERNA ED ECO-SOSTENIBILE FOR A GREENER WORLD I Nebulizzatori Martignani: - Usano meno acqua (tra il 70% e il 90%) - Usano meno prodotto chimico (40%) - Riducono l'inquinamento (sensibile RIDUZIONE della deriva e ZERO residui su frutta e vino) - Garantiscono micronizzazione e copertura uniformi17 L'ECOFUTURO MAGAZINE marzo/aprile 2021 D a spiegare in termini di bioeconomia, niente è più semplice dell’acqua. Senza acqua non c’è bioeconomia e nemmeno tutto il resto. È una necessità fisiologica individuale prima che sociale; è elemento chiave per sviluppare e preservare la vita di tutti gli esseri viventi: dalla cellula in poi. I primi istanti di vita siamo immersi in un liquido nel grembo materno e prima dell’ultimo saluto, siamo lavati, come purificati in un atto di estrema pietà e forse bellezza. Che dire dell’acqua cristallina, la sorella Acqua del Santo Poverello, non una cosa qualunque ma parte del tuo stesso Dna. Si dice che l’acqua preservi la memoria chimica, uscendo da un organismo per rientrare in un altro, dando continuità alla vita. Preservare l’acqua è una necessità per la vita, ma incomprensibilmente o forse “molto comprensibilmente” nell’organizzazione mentale degli umani è invece diventata un dovere. Forse perché ciò che abbiamo a disposizione deve diventare di qualcuno, possibilmente in modo esclusivo. In bioeconomia, che vive di pensiero circolare, non esiste l’inizio o la fine perché quello che si preleva in Natura, a questa deve ritornare per abilitare il Pianeta a produrre alimenti necessari alla sopravvivenza degli esseri vitali (batteri e virus inclusi) ma, mentre riceviamo gratis, la mente umana concepisce solo valori che sono assegnati, perseguiti e financo perseguitati, in molti casi sottratti alla fruizione comune. Il cittadino, custode di quei beni, paga per averli. L’acqua, gratis quando spunta dalla roccia è subito accasata a qualcuno, almeno in Italia: preferibilmente in una bottiglia di plastica: 14 miliardi di litri in 8 miliardi di bottiglie - secondo il Report 2019 di Legambiente. Non gratis, certo: i concessionari pagano al proprietario del sottosuolo (lo Stato, cioè noi tutti) ben 0,002 € al litro. E che l’acqua sia un bisogno caro, primario, indispensabile, si vede da quanto lo stesso proprietario è disposto a pagare pur di riportarsela a casa: 0,19 €/l ovvero 100 volte tanto e magari rilasciando in ambiente i contenitori svuotati a memoria del godimento avuto. Ancora solo il 14% delle plastiche usate per fare bottiglie è rigenerato. L’Istat sostiene che ogni famiglia italiana paghi 20 € a persona/anno. Gli animali, forse meno intelligenti degli umani, ma sicuramente più pratici, sanno agire meglio a protezione del bene comune; lo ha sottolineato lo scrittore Joseph Rudyard Kipling, ne “Il Libro della Giungla"; quando nella stagione della siccità, gli animali si ritrovano tutti intorno alle pozze, l’elefante, capo autorevole della comunità, ricorda come una litania che le rivalità sono sospese; così la tigre beve accanto alla gazzella. Passata l’emergenza, nell’abbondanza, tutto tornerà come prima. Noi Sapiens, invece, stiamo costringendo il Pianeta all’emergenza: consumando in eccesso, svalorizzando eticamente il bene più prezioso - l’acqua - sottraendolo se fosse possibile, persino alla capacità del Pianeta di riprodursi. Il Sud dell’Italia, affermano gli scienziati, è a rischio desertificazione; da qualche altra parte ne avranno anche troppa.▲ * Vicepresidente Ass. Chimica Verde Bionet, R&D manager Green Evolution BIOECONOMIA a cura di Marco Benedetti* Le risorse idriche sono alla base della bioeconomia questo è un motivo in più per preservarle L'acqua è bio19 L'ECOFUTURO MAGAZINE marzo/aprile 2021 I l concetto di impresa sostenibile è relativamente nuovo poiché ha iniziato a svilupparsi in tutte le sue articolazioni da una decina d’anni a questa parte. Per il mondo industriale dieci anni sono pochi, sono la fase infantile di un industria. Non lo sono per le innovazioni tecniche che viaggiano a ritmi elevati, ma per l’affermazione di nuovi modelli gestionali che coinvolgono una pluralità di soggetti e di attività molto ampi e complessi, dieci anni sono solo un inizio. Spesso per sostenibilità d’impresa si pensa a quella ambientale, che ne è senz’altro un punto chiave. Tuttavia, accanto alla sostenibilità ambientale, dobbiamo considerare almeno anche quella sociale (la responsabilità sociale dell’impresa) e quella economica. Sono tre aree che si compenetrano e concorrono, l’una con l’altra, a rendere un’impresa e di conseguenza un sistema industriale più o meno sostenibile. Mentre la sostenibilità ambientale e quella sociale sono spesso legate alle scelte di un imprenditore o di un consiglio di amministrazione di una spa e sono controllabili direttamente, quella economico/finanziaria può essere molto influenzata da fattori esterni. Gli ultimi quarant’anni hanno spesso imposto una gestione prettamente finanziaria alle aziende, impedendo, di fatto, il loro sviluppo in senso sostenibile. Dico subito che ritengo la finanza incompatibile con l’industria e le sue finalità. Un investimento finanziario non è per forza finalizzato alla creazione di ricchezza reale. Un investimento produttivo invece sì. Se la finanza è al servizio dell’impresa per esempio per il controllo dei prezzi o il controllo e la gestione del rischio o il recupero di competitività, allora tutto funziona e crea quella “sostenibilità” economica di cui l’impresa non può fare a meno. Tuttavia, se l’impresa si mette al servizio della finanza e soffoca le attività produttive che creano la vera ricchezza per massimizzare il profitto sull’anno in corso, per acquisire valore in borsa a esclusivo vantaggio degli investitori (o peggio ancora perché i top manager conseguano bonus milionari), per creare prodotti di scarsa qualità ma di alta redditività, sarà inutile parlare di sostenibilità perché l’impresa abdicherà alle sue responsabilità sociali e ambientali in nome del profitto. Bene, in questo senso, la presa di posizione di Maria Cristina Piovesana, vice presidente di Confindustria con delega all’ambiente che ha dichiarato: «la ripartenza post emergenza chiede alle imprese un cambio di paradigma e di rafforzare il percorso di sostenibilità», (IlSole24ore, 14 ottobre 2020). Speriamo che agli enunciati adesso seguano i fatti e che la politica industriale che seguirà dopo la fine dell’emergenza sia tale e non una politica finanziaria mascherata e completamente inutile ai fini dello sviluppo del Paese in senso sostenibile. ▲ *Division Director, Green Innovation Division – Zucchetti Centro Sistemi IMPRESA E SOSTENIBILITÀ di Averaldo Farri* Gestire l'ecologia Indirizzare i modelli gestionali delle imprese verso la sostenibilità è più complesso del riciclo dei materialiNext >