< Previous11 L’ECOFUTURO MAGAZINE Marzo-Aprile 2024 I l legame molto stretto tra salute del Pianeta e salute de- gli esseri umani è noto da tempo, ma conserva un che di magico. Nel suo libro “Effetti farfalla. 5 scelte di felicità per salvare il Pianeta” Grammenos Mastrojeni porta va- ri esempi di come molto spesso (per non dire quasi sempre) ci sia una corrispondenza stupefacente fra questi due aspetti. Prendiamo il tema del cibo. La piramide alimentare, che rap- presenta le indicazioni generali per una dieta corretta, vede in cima alla lista degli alimenti che dovremmo consumare di meno carne bovina e dolci, seguiti da altri tipi di carne e derivati anima- li, mentre verso la base della piramide, dove si trovano gli alimenti che dovrem- mo mangiare più spesso e in quantità maggiori troviamo pane, pasta, patate, e ancor più frutta e ortaggi. Guarda un po’, la piramide è perfettamente spe- culare a quella dell’impatto ambientale dei cibi. La carne rossa è l’alimento più insostenibile sia per noi sia per gli eco- sistemi e giù a scendere mentre frutta e verdura sono i cibi dal minore impatto e più salutari per noi. Magia. Lo stesso discorso può essere fatto per la mobilità, con i sistemi più sostenibili che sono anche quelli che ci permet- tono di fare più esercizio fisico, e per tanti altri aspetti della nostra vita. Di nuovo: magia. Beh, in effetti no. Non c’è niente di magico: è solo il frutto della co-evoluzione. La nostra specie si è evoluta assieme agli ecosistemi che ci circondano, per cui è del tutto naturale che gli elementi più abbondanti in natura siano anche quelli che ci fanno stare meglio. In un recente articolo su Italia che Cambia, Fran- cesco Romizi, giornalista di Medici per l’Ambiente scrive: «La salute dell›ambiente è indissolubilmente legata a quella dell›uomo: un Pianeta malato si riflette direttamente sul be- nessere umano, una verità sempre più evidente nelle ricerche scientifiche. Cambiamenti climatici, perdita di biodiversità, inquinamento – questi non sono solo danni ecologici ma attacchi diretti alla nostra salute». La soluzione suggerita dal- l›articolo è un cambio di paradigma sia nella medicina sia nel nostro rapporto con il resto del Pianeta: dovremmo, scri- ve il giornalista «passare da una medicalizzazione della vita, focalizzata su diagnosi e cure a una visione preventiva che riconosce il valore insostituibile di un ambiente sano ». Ma come si fa? Non c’è ovviamente una ricetta facile. Alcuni ingredienti li abbiamo già: per esempio non manca- no le esperienze individuali o comunitarie di cambiamento in tal senso (su Italia che Cambia ne raccontiamo spesso). Così come negli ultimi anni anche la comunità scientifica ha fornito evidenze sempre più ampie di questo legame: basti pensare agli studi sugli effetti benefici delle immersio- ni in natura (forest bathing) o a quelli sulla biofilia portati avanti fra gli altri dal professor Giuseppe Barbiero. An- che a livello di cultura e coscienza collettiva qualcosa sta cambiando, soprattutto nelle nuove generazioni. Basterà a cambiare il sistema? a cura di Andrea Degl’Innocenti giornalista ambientale, socio fondatore di Italia che Cambia ITALIA CHE CAMBIA La felicità ci salverà Essere felici e salvare il Pianeta non sono due cose così distanti. Anzi.SOLUZIONI INTELLIGENTI PER UN MONDO SOSTENIBILE IL NUOVO SISTEMA STORAGE RETROFIT OUTDOOR POWER MAGIC IDEALE per installazioni industriali MODULARE da 200 kWh a 6 MWh SEMPLICE Sistema Plug & Play SICURO Sistema antincendio integrato ESPANDIBILE da 125 kW a 750 kW PAD D3 - STAND 12013 L’ECOFUTURO MAGAZINE Marzo-Aprile 2024 I n futuro gli elettroni saranno più marginali e diventeranno solo un vettore per estrarre valore dai corpi sociali attraverso i dati. È ovvio. Il va- lore marginale dell’energia tende a zero con le fonti rinnovabili, mentre i dati saranno sempre più importanti per gestire il mar- keting e successivamente la politica. Anzi, il potere politico. L’accumulo e la gestione dei dati da parte delle compagnie tecnolo- giche, con i relativi rischi, per gli utenti e vantaggi per le grandi compagnie digitali, sono noti dai tempi di Cambridge Analyti- ca, che utilizzò i dati forniti da Facebook per la campagna elettorale di Donald Tru- mp che lo condusse alla presidenza degli USA, per la Brexit e le elezioni del 2016 in Messico. Il mercato globale della Big Data Analytics, quindi della sola elaborazione e analisi, nel 2021 è stato valutato oltre 240 miliardi di dollari che arriveranno a oltre 650 miliardi di dollari nel 2029. Il settore dell’energia sarà quello più interessato ai dati e al lo- ro commercio, perché passeremo presto all’elettrificazione massiva che consentirà un tracciamento analitico di tutte le attività che la utilizzeranno. Già oggi, grazie all’introduzione dei contatori elettronici, è possibile avere i dati dettagliati di ogni singola utenza, sia per potenza sia a livello temporale. E non è poco, ma rimangono fuori dalle analisi di dettaglio il gas e i trasporti, dei quali sappiamo solo la quantità per rifor- nimento, mentre utilizzo e utenza rimangono ignoti. L’elettrificazione sta cambiando le regole del gioco, molte applicazioni dialogano con gli elettrodomestici grazie al 5G estraendo dati dai veri consumatori finali, gli elettrodome- stici, oppure le macchine utensili per le imprese, generando così una quantità di dati sempre più dettagliati e minuziosi rispetto al passato. Il passaggio cruciale sarà quello all’auto elettrica, perché dall’ignota conoscenza del contenuto del ser- batoio, si passerà alla radiografia di tutto il comportamento dell’auto, consumi, ricariche, stili di guida e soprattutto itine- rari che, uniti ai dati dei cellulari, diranno quanti e chi sono i passeggeri, dando ai gestori dei dati una fotografia tridimen- sionale ad alta risoluzione di gran parte della nostra vita. I dati energetici di dettaglio potranno essere utili per efficientare a livello comportamentale l’uso dell’energia – la Ue stima che con l’efficienza comportamentale si possano ridurre dell’8% i consumi domestici, oppure per ottimizzare i consumi inter- ni delle Comunità energetiche rinnovabili. Al tempo stesso questi dati danno ai grandi produttori e distributori d’energia un potere immenso come quello di giocare, a insaputa dell’u- tenza, sul mercato elettrico sfruttando i differenziali di prezzo, oppure di adattare le forniture a proprio vantaggio e magari spacciandolo come vantaggio per l’utente. Per questi motivi è necessario un intervento da parte della politica perché il possesso e la gestione esclusiva dei dati nelle mani di pochi possono diventare una barriera per la democrazia, politica ed energetica, più dei modelli energe- tici e della proprietà degli impianti di produzione. Senza i dati, ossia le informazioni, il mero possesso degli strumenti di produzione è nulla. Per gestire tutto il processo rinnova- bile sarà necessario poter intervenire su tutti gli aspetti legati all’energia e senza una gestione dal basso delle informazioni sarà a rischio la democrazia che oggi in epoca digitale sta cambiando pelle. a cura di Sergio Ferraris giornalista scientifico, caporedattore “L’Ecofuturo Magazine” ENERGIA Elettroni digitali L’accumulo in poche mani dei dati energetici mette a rischio la democrazia Foto: Agsandrew / DepositphotosDIGNITÀ ALLA TERRA! www.girolomoni.it Seguici su Facebook e Instagram Gino Girolomoni e GranoTurismo Il sogno di Gino Girolomoni � pioniere del biologico, intellettuale, attivista, ma soprattutto contadino � era restituire dignitˆ alla terra e ai suoi guardiani, i contadini. Il suo sogno ha ridato vita a una collina, piantando e trasformando qui, in un unico luogo, il grano in pasta.15 L’ECOFUTURO MAGAZINE Marzo-Aprile 2024 N el mondo della salute e del benessere, la natura offre un tesoro di risorse per migliorare la nostra vita quotidiana. Uno degli approcci più antichi per ottenere il suo potere curativo è la creazione di unguenti e creme a base di estratti di erbe e fiori. Il primo passo è selezionare con cura le materie prime. Navigare tra gli scaffali di erboristerie o raccogliere personalmente le erbe in natura nel loro tempo balsamico può essere un’esperienza appagante. Erbe come la Calendula, la Camomilla, la Lavanda e l’Arnica sono spesso utilizzate per le loro proprietà lenitive e antinfiammatorie. Una volta reperite le erbe e i fiori freschi o secchi, il passo successivo è l’estrazione degli ingredienti attivi, processo che coinvolge l’utilizzo di oli vegetali con la cosiddet- ta tecnica della macerazione a caldo. Per creare un unguento cremoso in poco tempo e in un solo passaggio si può optare per l’olio di cocco, indicato per la sua consistenza solida nei mesi meno caldi (sembra un burro). Sono necessari: un bicchiere di erbe o fiori freschi o secchi, 200 ml di olio di cocco, una pentola con acqua per il bagno- maria, una ciotola in vetro, un barattolino con tappo e un tessuto per il filtraggio o un colino a maglia stretta. La prima fase consiste nella frantumazione delle erbe, che avviene tra- mite la pestatura in un mortaio per aumentare la superficie di contatto delle erbe con l’olio che ne estrae le proprietà. Non è necessario ridurre le erbe in polvere, ma è sufficiente romperle leggermente. Poi, si procede con l’aggiunta delle erbe pestate all’olio, mescolandole bene per immergerle completamente. Si versa tutto in una ciotolina posta su una pentola con acqua a bagnomaria, a fuoco basso per almeno 2 ore e mescolando di tanto in tanto. Trascorso il tempo, si spegne il fuoco e si lascia riposare il composto per altre 8-10 ore, coprendolo con un coperchio per mantenere il calore e favorire un’estrazione più intensa dei princìpi attivi. Una volta terminata la macerazione, si procede con il filtraggio dell’olio utilizzando un colino o un tessuto per rimuovere le parti solide delle erbe. Pressiamo bene per estrar- re tutto l’olio possibile. Se l’olio di cocco si è indurito si può scaldare di nuovo a bagnomaria. È importante etichettare l’un- guento con la data di preparazione e il tipo di erbe utilizzate. Per quanto riguarda la conservazione, lo trasferiamo in un con- tenitore di vetro. Si consiglia di mantenerlo in un luogo fresco e buio, così durerà circa un anno. L’effetto dell’unguento varia in base alle proprietà dell’erbe di partenza; per esempio, l’Al- loro e l’Arnica svolgono un’azione antinfiammatoria, l’Iperico è cicatrizzante, antirughe e adatto alle scottature (non va messo se ci si espone al Sole), la Camomilla ha un potere analgesico, la Lavanda è leni- tiva e cicatrizzante, l’Elicriso è calmante per la pelle anche in caso di dermatiti, la Ca- lendula ha un’azione lenitiva e antipruriginosa e la Menta è rinfrescante e cicatrizzante. L’unguento si spalma sulla zo- na del corpo che necessita di cure come se fosse una crema. L’unica accortezza è di bagna- re precedentemente la pelle per favorire l’assorbimento. I benefici? Immediati già dalla prima applicazione. a cura di Lucia Cuffaro ecodivulgatrice, scrittrice e conduttrice Tv AUTOPRODUZIONE Rimedi naturali È possibile realizzare unguenti salutari e creme con estratti di erbe e fioriWWW.PASCUCCIFIBRA.COM WWW.PASCUCCI.IT17 L’ECOFUTURO MAGAZINE Marzo-Aprile 2024 uando l’amore per il Pianeta in cui vivi è so- praffatto dall’egoismo di pochi - disvalore comunque “effimero” perché destinato a scom- parire con te a fine ciclo vitale - la sopraffazione, il disagio e la perdita della identità ne sono il risultato. Al contrario, sapere che sei parte di un tutto piutto- sto complesso, la Natura, ma per questo ricco di opportunità dovrebbe appartenere al processo educativo che purtroppo sembra in netta decadenza. Amara constatazione che non deve farci perdere d’animo. Per questo ci sono grandi e nobili esempi, come la fon- dazione svizzera Biore® che promuove da 40 anni, con il fondatore Patrick Homan, la coltivazione di cotone or- ganico in Tanzania e India. È a loro che intorno al 1994 mi sono rivolto quando ho iniziato l’attività di consu- lente per la promozione delle fibre tessili a minor impatto ambientale e a maggior sa- lute per gli utilizzatori. La coltivazione e la distribuzio- ne internazionale di fibra di cotone organico (“bio” è ter- mine improprio), destinata all’industria tessile di ogni continente, è forse l’esempio più interessante di come una produzione agricola - non alimentare - sia di fatto testimonial dell’unicità del rapporto dell’uomo con la Natura, fonte vitale di rispetto e convivenza tra esseri consenzienti e “diversamente consenzienti” come gli animali e le piante, indispensabili alla sopravvivenza. Natura che, se trattata male, è fonte di dispe- razione e distruzione, economica e finanziaria, ambientale e civile: in altre parole di fallimento. La produzione di un “valore” come la fibra di cotone organico non è produzione di felicità solo perché porta denaro alla comu- nità ma perché assume in sé quei valori che permettono una vita equa, condivisa, intensa e libera, nel breve e nel lungo periodo (al contrario delle altre) che vuol dire anche felicità (quella che non si compra). Diversi anni, fa con la fondazione Bioré, sono andato all’evento annuale dove clienti, animatori del progetto, collaboratori, condividono un’esperienza di vita con gli artefici del progetto: la gente e il villaggio Indore, in India centrale. Il progetto è stato accolto dalla gente del villaggio come al- ternativa a quelli degli anni precedenti, quando spinta dai consorzi locali, venditori di interessi lontani, coltivava per sopravvivenza senza pensare ai risultati, garantiti solo dai di- scorsi degli operatori delle multinazionali. I racconti dei “sopravvissuti” alle coltivazioni intensive, ogm, sono stati impressio- nanti e dignitosi al tempo stesso: uomini che piange- vano per un fratello ucciso dall’esposizione ai prodotti chimici perché non educati alla prevenzione; figli nati privi di braccia, perché le madri avevano bevuto dei pozzi le cui falde erano sta- te contaminate da nitrati e altri veleni residui della coltivazione; perdite di pro- duzione per le infestazioni di insetti che gli ogm non proteggono. La felicità di aver trovato soluzioni alternative come l’organico e la solidarietà, ricostruisce il rapporto con la Natura fonte di vita e quell’equilibrio tra soggetti diversi che, oltre a garantire quantità e qualità e protezione delle fonti d’acqua, forniscono un servizio educativo per i giovani e le famiglie come la scuola, evitando la migrazione. Se quel cotone costa un po’ di più è un bene anche per la nostra salute e costituisce una scelta etica. Sono andato an- che in Paraguay alla fondazione Arasy, in Tanzania, Usa, Cina, Guatemala, Turchia e Siria a riscontrare come dai fallimenti, quando non è troppo tardi, possono nascere quegli insegna- menti per riscattarsi. a cura di Marco Benedetti vicepresidente Ass. Chimica Verde Bionet, R&D manager Green Evolution BIOECONOMIA Felici per natura Le materie prime sostenibili producono felicità. Anche come valore Un coltivatore Arasy, in Paraguay, tiene in mano il batuffolo di cotone Q19 L’ECOFUTURO MAGAZINE Marzo-Aprile 2024 N el 1971 la Chiesa Cattolica aveva già iniziato a mettere in relazione la salute umana con l’ambiente e a lanciare un allarme. Vale la pena riportare qui le parole della lettera apostolica “Octagesi- ma Adveniens” di Papa Montini, Paolo VI. «Mentre l’orizzonte dell’uomo si mo- difica, in tale modo, tramite le immagini che sono scelte per lui, un’altra trasfor- mazione si avverte, conseguenza tanto drammatica quanto inattesa dell’attività umana. L’uomo ne prende coscienza bru- scamente: attraverso uno sfruttamento sconsiderato della natura egli rischia di distruggerla e di essere a sua volta vittima di siffatta degradazione. Non soltanto l’ambiente materiale diventa una minac- cia permanente: inquinamenti e rifiuti, nuove malattie, potere distruttivo tota- le; ma è il contesto umano, che l’uomo non padroneggia più, creandosi così per il domani un ambiente che potrà essergli intollerabile: problema sociale di vaste dimensioni che riguarda l’intera famiglia umana. A queste nuove prospettive il cristiano deve dedicare la sua attenzione, per assumere, insieme con gli altri uomini, la responsabilità di un destino diventato ormai comune». Il concetto viene ribadito il 7 novembre 1973 in un’udienza generale e viene traslato sul piano sociale, termi- nando con la domanda «dov’è l’ecologia umana?». Si parla di “ecologia umana” e questa ricomprende sia l’am- biente fatto di caratteristiche fisiche, chimiche, biologiche nel quale viviamo sia l’ambiente inteso come «complesso di condizioni sociali, culturali e morali nel quale una persona si trova, si forma, si definisce». Papa Montini fa un’analisi perfet- ta della situazione e arriva a dire che «l’uomo non padroneggia più il contesto umano». Trovo questa definizione folgorante nella sua drammaticità. Dal 1971 a oggi è stato fatto tanto e a tanti livelli per contenere l’inquinamento ambientale. A livello industriale, per esempio, le emissioni atmosferiche in Europa sono diminuite. Tra il 2007 e il 2017, le emissioni comples- sive di ossidi di zolfo (SO x ) sono diminuite del 54%, quelle di ossido di azoto (NO x ) di oltre un terzo e i gas a effetto ser- ra derivanti dall’industria, comprese le centrali elettriche, del 12%. La Ue ha emesso una direttiva sulle emissioni che copre circa 52 mila dei maggiori impianti industriali e la direttiva sugli impianti di combustione medi. Le rinnovabili produco- no circa il 18% dell’energia mondiale e siamo intorno al 30%, in media, in Europa. Sempre l’Europa richiederà una tassa ambientale per chi ha un bilancio negativo nei propri prodotti in termini di emis- sioni impattanti e consumo di acqua. Per le gare pubbliche, è già richiesto il Life Cycle Assessment (LCA) oppure si deve dimostrare che l’azienda ci sta lavorando. Il LCA è appunto la certificazione del bilancio di impatto ambientale di un dato prodotto. Nonostante questo c’è un allarme da parte dei medici di tutto il mondo sulla diffusione inattesa di tumori giovanili. Non ne conosciamo la ragione ma l’inquinamen- to ambientale e i cambiamenti climatici, che favoriscono la produzione di nuove e sconosciute tossine, sono fortemente indiziati. Il lavoro non è finito e dovremo continuare a ripu- lire il nostro ambiente fino a renderlo totalmente compatibile con la salute umana. a cura di Averaldo Farri director Green Innovation Division Zucchetti Centro Sistemi IMPRESA E SOSTENIBILITÀ Contesto fuori controllo Da oltre mezzo secolo ci si chiede dove sia “l’ecologia umana” Papa Paolo VINext >