< Previous30 L'ECOFUTURO MAGAZINE maggio/giugno 2021 Report UN 2020 – Water and Climate Change https://bit.ly/2OK97rV Report UN 2019 – Leaving no one behind https://bit.ly/3tpIdnY World Water Day 2021 https://bit.ly/3vAoW53 SDG 6 https://bit.ly/3bVWx1F CMCC https://www.cmcc.it/ Ecco spiegato come può nascere una comunità energetica oggi in Italia Creare comunità STRUMENTI/ di Ivonne Carpinelli S i sente sempre più spesso parlare della comu- nità energetica come nuovo modello di pro- duzione e utilizzo di energia rinnovabile. In quest’articolo spieghiamo che cos’è, come na- sce e quali sono i principali soggetti coinvolti. Con la guida e il commento di Gianluca D’Agosta di Enea. La comunità energetica è «una coalizione di utenti che tramite la volontaria adesione a un contratto, collabora- no con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’e- nergia attraverso uno o più impianti energetici locali». La definizione, riportata nella guida “Le comunità ener- getiche in Italia”, pubblicata dal progetto Geco, cofinan- ziato da Eit-Climate Kic, e redatta da Enea, Università degli Studi di Bologna e Agenzia per lo sviluppo soste- nibile, aiuta a visualizzare gli elementi costitutivi della comunità.31 L'ECOFUTURO MAGAZINE maggio/giugno 2021 In breve, la comunità energetica vuole essere un nuovo modello di organizzazione sociale che riflette l’evolu- zione della rete verso la decentralizzazione produttiva e, più in generale, la transizione energetica. «L’idea non è quella di costituire un’isola energetica, ma di creare un sistema che sia autosufficiente nei momenti di mag- gior produzione e che interagisca con la rete negli altri», commenta Gianluca D’Agosta di Enea, tra gli autori dello studio. «Il vantaggio reale è che si può produrre e consumare energia in aree remote come nelle grandi città, riducendo le perdite dovute al trasporto e aumen- tando il rendimento della sorgente». La normativa comunitaria di riferimento è composta di due direttive del pacchetto legisla- tivo Energia pulita per tutti gli europei, rispettivamente: la Di- rettiva sulle energie rinnovabili (2018/2001), che riporta le de- finizioni di autoconsumo col- lettivo e di comunità di energia rinnovabile e la Direttiva sul mercato interno dell’energia elettrica (2019/944), che de- finisce la comunità energetica dei cittadini. In estrema sintesi, queste presentano definizioni di- verse di comunità energetica, in riferimento al principio di auto- nomia e prossimità dei membri e alla tecnologia usata per la pro- duzione. Sono però accomunate dalla definizione della comunità come “un soggetto giuridico” che vede la “partecipazione aperta e volontaria” dei suoi membri. Normativa in arrivo In Italia, la normativa di riferimento che recepisce i princìpi sopra elencati è attesa per il prossimo giugno. Contemporaneamente è partita una fase sperimentale con l’articolo 42-bis del Decreto Milleproroghe, conver- tito nella legge n. 8 del 29 febbraio 2020 per l’autocon- sumo collettivo e le comunità energetiche rinnovabili. Questa prevede, tra l’altro, che una pluralità di consu- matori all’interno di un edificio si riuniscano per sfrut- tare uno o più impianti rinnovabili. I singoli utenti sono dunque indispensabili alla crea- zione di una comunità energetica, non solo come con- sumatori passivi di energia, ma come protagonisti del processo produttivo. Se decidono di condividere i pro- pri impianti di produzione di energia con gli altri sono indicati col termine prosumer, crasi dei vocaboli inglesi producer e consumer. In questa forma di economia col- laborativa è previsto l’utilizzo della rete di distribuzione esistente e “la comunità si comporta come una rete vir- tuale appoggiata sopra quella fisica”, spiega D’Agosta. Il criterio è che i membri risiedano o nello stesso condomi- nio o sotto la medesima cabina di trasformazione di me- dia/bassa tensione, dunque siano poco distanti, e adot- tino un impianto della potenza complessiva massima di 200 kW, “numero sfidante per il fotovoltaico, meno per le biomasse”, commenta. «Dal punto di vista tecnico -ag- giunge D’Agosta- bisogna indi- viduare gli utenti che vogliono aderire alla comunità e racco- gliere informazioni sui loro pro- fili energetici. Più questi profili sono complementari, per esem- pio i residenti di un condominio e il proprietario di un’attività commerciale limitrofa, più ga- rantiscono il completo autocon- sumo». La comunità energetica nasce con l’obiettivo di generare ricadute positive economiche, ambientali e sociali sul territo- rio, non solo profitti finanziari. A fornitori ed Energy service company-ESCo, quindi, non è ammessa la partecipazione. L’autoconsumo è il pilastro di questo modello: «tecnicamen- te, la comunità si sostiene solo quando è molto alto. Secondo alcuni modelli, il guada- gno c’è ed è sostenibile se l’utilizzo è contestuale ad al- meno il 60 per cento della produzione, limite inferiore, o al 70 per cento». Restano in essere i contratti siglati tra i membri della comunità e i fornitori, perché non sempre si può usare l’energia autoprodotta, con la clau- sola di poter abbandonare in qualsiasi momento l’au- toconsumo collettivo o la comunità energetica a patto, eventualmente, di coprire eventuali costi. La dimensione conta Il dimensionamento dell’impianto è fondamentale, come suggerisce il Gestore dei servizi energetici nella guida all’autoconsumo e conviene scegliere una taglia che consenta una produzione annua pari circa al I cittadini sono l'ingrediente essenziale per creare una comunità energetica, sia come utenti sia come protagonisticonsumo. L’impianto può essere anche di proprietà di soggetti terzi e beneficiare delle detrazioni fiscali. Per i privati, la costruzione di un fotovoltaico sul tetto rientra tra gli interventi di ristrutturazione edilizia e prevede una detrazione dall’Irpef del 50 per cento dei costi di realizzazione. In generale, tra gli strumenti di detrazione utili alla costruzione di una comunità energetica meglio optare per l’Ecobonus al 50 per cento rispetto al Superbonus: «Favorisce la riqualificazione dell’edificio e permette di chiedere la restituzione dei kWh consumati nella comunità». Tra i membri deve essere siglato un contratto: «Nel caso del condominio, l’amministratore può sottoporre un regolamento ai condòmini che vale come soluzione abilitante. Questo e tutte le informazioni in esso contenute devono essere inviate al Gse per attivare la comunità ed effettuare la restituzione di alcune voci in bolletta a fronte dell’evitata trasmissione dell’energia in rete. Il Gestore si basa sui dati trasmessi tramite i contatori del Dso, anche solo di tipo 2G». Per legge, la comunità energetica deve costituirsi come soggetto giuridico, quale cooperativa o associazione senza scopo di lucro, e «deve avere un referente, che per l’attuale regolamento del Gse è il proprietario della sorgente». Per costruire una comunità energetica, il costo può oscillare tra i 7 e gli 8 mila euro, considerato un pannello da 3 kW, i sensori di misura e una decina di utilizzatori. I tempi di ritorno variano secondo la quantità di energia condivisa. Due le opzioni disponibili quando è impossibile massimizzare l’autoconsumo, spiega D’Agosta: «Si cambiano le abitudini di consumo o si installa un dispositivo per l’accumulo dell’energia». La prima, evidenzia, è l’opzione più valida «considerato che l’accumulo di grandi dimensioni incide notevolmente sul costo complessivo, influenzando i tempi di ritorno dell’investimento e l’appetibilità del progetto soprattutto per i soggetti meno forti». Inoltre, continua, «usando un modello approssimativo, si può rischiare di sovradimensionare lo storage e avere una perdita economica». Elementi abilitanti alla nascita di queste forme di aggregazione sono le tecnologie digitali, ossatura di nuovi modelli di green economy, come la blockchain «che si potrebbe usare per registrare i dati relativi al flusso di energia, individuando gli utenti maggiormente virtuosi, e produrre eventuali gratificazioni economiche sotto forma di buoni sconto presso attività commerciali convenzionate», suggerisce D’Agosta. Guardando al futuro, le declinazioni delle comunità energetiche sono diverse. «Si potrebbe scegliere di delegare a un soggetto esterno la pianificazione dell’uso di alcuni apparecchi, come la lavatrice». Al posto di installare un sistema di accumulo si potrebbero adoperare le batterie delle automobili, ispirandosi al vehicle to grid, «caricarle quando si è in ufficio e scaricarle, seppure non completamente, quando si è nella propria abitazione». Il recepimento della normativa europea cambierà alcuni dei criteri sopracitati: «In generale, la possibilità per il produttore di vendere energia e il decadimento del limite geografico. Per esempio, nei regolamenti di altri Stati europei è ritenuta una vicinanza congrua la distanza di 1 km dalla sorgente, in altri contesti si usa il Cap», spiega D’Agosta. Con l’auspicio che sia sempre più semplice produrre e usare l’energia rinnovabile prodotta localmente. ▲ Un’immagine dell’esperienza della prima comunità a energetica in Danimarca, che approfondiamo a pag 44 Link ai documenti di riferimento https://bit.ly/3w0Ua50 https://bit.ly/3oca0HlCONDOTTA DA Michele Dotti ed Elena Pagliai IN MODO SEMPLICE E DIVERTENTE di ecologia, innovazione tecnologica e scelte consapevoli, LA TRASMISSIONE IN OTTO PUNTATE CHE CI PARLA Con la partecipazione di LICIA COLÒ, VALERIO ROSSI ALBERTINI, JACOPO FO, MAURIZIO MELIS, LUCIA CUFFARO, FABIO ROGGIOLANI, SERGIO FERRARIS distribuita da una produzione televisiva in collaborazione Web TV Canali satellitari con copertura Italia, Europa e bacino del Mediterraneo Canale 519 di SKY (giovedi ore 21,45 / dom ore 22,20) Visibile in Italia e in Europa mediante sky - tv sat (sab ore 17 / dom ore 20) Canale 27 (domenica ore 20,30 / lun ore 16,45) SICILIA VideoSicilia - canale 93 - 629 (sab ore 20,55 / gio ore 18,05) AM - canale 14 (sab ore 19 / mer ore 22,30) TgR - canale 214 (sab ore 21,30 / gio ore 22) VideoMediterraneo- canali 11-511 (dom ore 19,30 / mar ore 10,30 / gio ore 19) TeleVallo - canale 291 (sab ore 17 / dom ore 12) TvLaTr3 - canale 616 (sab ore 21,45 / lun ore 15) TeleRadioSciacca - canale 19 e 611 (sab ore 18,30 / ven ore 21,30) TVR Xenon - canale 289 (sab ore 21 / lun ore 14) PIEMONTE GRP1 - canali 13 (sab ore 15 / dom ore 21) Tele 7 laghi - canale 95 (sab on demand) Rete Biella Tv - canale 91 (sab ore 13,15 / gio ore 22) VENETO TeleVenezia - canale 71 (sab ore 22,30 / dom ore 18,00) TOSCANA TTV - canali 16-174 (sab ore 21,45 / lun ore 18) Teletruria - canale 10-87-185-609 (sab ore 17,45 / lun ore 22) Teleriviera - canali 97-218 (sab ore 16 / gio ore 21) PUGLIA TRM - canali 111-171 (sab ore 17 / dom ore 20) TLT Molise - canali 14-110-614 (sab ore 17,00 / dom ore 20) Esse Network - canale 112 (sab ore 18 / mar ore 17) Mediterranea Tv - canali 214-698 (sab ore 18 / gio ore 18) MOLISE TLT Molise - canali 14-110-614 (da sab 6 giugno ore 22,30 /dom ore 20) UMBRIA TeleAmbiente - canale 78 (sab ore 17,50 / dom ore 20) TTV - canali 16-174 (sab ore 21,45 / lun ore 18) Teletruria - canale 10-87-185-609 (sab ore 17,45 / lun ore 22) LOMBARDIA Tele 7 laghi - canali 74-95 (sab on demand) TeleAmbiente - canale 812 (sab ore 17,50 / dom ore 20) Videostar - canale 90 (sab ore 18,40 / giovedì ore 12) Videostar2 - canale 91 (sab ore 22 / lunedì ore 13,30) FRIULI VENEZIA GIULIA RTA1 - TeleAntenna - Canale 647 (sab ore 19 / sab ore 23,00) Video Tele Carnia - canale 690 (sab ore 22,30 / mer ore 19,30) LIGURIA STV - canale 71 (sab ore 11 / lun ore 11)) Teleriviera - canali 97-218 (sab ore 16 / gio ore 21) MARCHE Video Tolentino - canale 14 (sab ore 9 / replica a rotazione settimanale) EmmeTv - canali 89-605 (sab ore 21 / lun ore 18,30) LAZIO ExtraTV - canale 94 (sab ore 18,30 / mer ore 16,30) TeleRadioOrte - canali 71-273 (sab ore 14,30 / mer ore 21,30) TeleRadioLeo - canale 603 (sab ore 21 / mar ore 16) TeleAmbiente - canale 78 (sab ore 17,50 / dom ore 20) EMILIA ROMAGNA DI.TV - canale 90 (sab ore 20,30 / gio ore 21,15) ABRUZZO TLT Molise - canali 14-110-614 (sab ore 17 / dom ore 17) CAMPANIA Tele Reporter - canali 185-198 (sab ore 15 / lun ore 18,30) TeleVallo - canali 645-686 (sab ore 18,30 / lun ore 10,30) TELE FUTURA- canale 172 (sab ore 22 / dom ore 22) CALABRIA CalabriaUno TVA - canale 116 (sab ore 18 / mer ore 18) TeleJonio - canale 73 (sab ore 19,30 / dom ore 10) BASILICATA TRM - canali 111-171 (sab ore 17 / dom ore 20) TeleVallo - canali 645-686 (sab ore 18,30 / lun ore 10,30) Mediterranea Tv - canale 623 (sab ore 18 / gio ore 18)34 L'ECOFUTURO MAGAZINE maggio/giugno 2021 Comunità energetiche rinnovabili in agricoltura, un nuovo modello è possibile per la transizione ecologica, ma è ancora troppo poco considerato L a comunità energetica è un concetto ampio, che abbraccia non solo il tema della produzione e del consumo di energia elettrica, ma il modo con cui a livello locale si valorizza un potenziale di svi- luppo di produzione di energia da fonte rinnovabile. Un modello di produzione dal basso e partecipato, per contrastare la povertà energetica che può diventare un motore per la transizione energetica. Prosumer strano: agricolo AGROENERGIA / di Cecilia Bergamasco35 L'ECOFUTURO MAGAZINE maggio/giugno 2021 L’ambito agricolo rappresenta un interessante caso di applicazione delle comunità energetiche rinnovabili (Cer). Agricoltura e zootecnia sono settori in cui nor- malmente, date le dimensioni ridotte delle aziende im- pegnate, è frequente l’aggregazione in forma di coope- rativa allo scopo di mantenere la propria identità assicu- randosi la sostenibilità economica. Con la realizzazione di cooperative energetiche le aziende potrebbero creare benefici dovuti ad aggregazione locale o a forme di co- operazione territoriale, coinvolgendo in modo diretto i clienti finali (che potrebbero essere maggiormente fidelizzati adottando anche nuove forme di produzione più sostenibile). Quali potrebbero essere le solu- zioni migliori di Cer in agricoltu- ra? L’abbiamo chiesto a Rolando Roberto, consigliere di Italia So- lare e tra i coordinatori del Grup- po di lavoro Comunità energe- tiche dell’associazione. «Ricor- dando che la configurazione di Cer risulta particolarmente van- taggiosa quando sono coinvolti soggetti con profili di consumo anche eterogenei e con un ele- vato potenziale di autoconsumo, potrebbe risultare particolar- mente efficace il coinvolgimento di attività di lavorazione e tra- sformazione della materia prima (per esempio nel settore caseario si ha la trasformazione del latte in sottoprodotti, il settore delle conserve, le attività che richiedono il mantenimento di determinate condizioni microclimatiche come serre, ecc.)». I prodotti di scarto derivanti dal settore zootecnico pos- sono essere una fonte di energia per le Cer. «Se si parte dall’assunto che un impianto di produzione di biogas coglie le proprie risorse, in primis, dal livello locale in cui opera ottenendo un vettore energetico rinnovabile multiuso prontamente disponibile, è del tutto evidente che può essere un elemento di interesse per lo sviluppo di una comunità energetica», illustra Marco Pezzaglia, responsabile del Centro studi del Consorzio Italiano Biogas (Cib). Solare e biogas per le comunità Il fotovoltaico rappresenta forse la soluzione più im- mediata per realizzare una comunità energetica rinno- vabile e oggi le prime realtà attivate sono tutte basate sulla produzione elettrica da fonte solare. Parlando di Cer in agricoltura, viene naturale pensare anche all’op- zione “agro-fotovoltaico”, ovvero impianti fotovoltaici a terra inseriti nell’ambito dell’attività agricola o zootec- nica a sostegno proprio di tali attività. Come sostiene Italia Solare, un sistema fotovoltaico in assetto agro- fotovoltaico è particolarmente indicato laddove non si- ano sufficienti le coperture degli edifici, come i tetti da adibire a superficie dedicata ai pannelli fotovoltaici, e si ritiene quindi necessario integrare parte o la totalità dell’attività agricola con la produzione energetica. Con quest’ottica, il fotovoltaico ha un grande potenziale se conside- rato sinergico alle attività legate al settore agricolo. Anche il biogas ha un potenziale molto elevato: nell’analisi fatta dal Cib nell’ambito del proget- to Farming for Future, si parla di un potenziale di produzio- ne di 6,5 miliardi di m3. Tut- tavia, l’incrocio tra potenziale di produzione e crescita della produzione nell’ambito di una comunità energetica è un’altra questione che interessa tanto la disponibilità di risorse locali quanto la presenza di utenti consumatori locali che desiderano aderire alla re- alizzazione di una Cer. «In un certo senso - spiega Pezzaglia - pensare a una co- munità energetica come a un classico modello di svilup- po di produzione non è l’approccio più corretto: la que- stione fondamentale è una compartecipazione di obiet- tivi economici e ambientali che un territorio organizza in forma di comunità energetica e che include anche lo sviluppo di nuova produzione, in particolare da fonte rin- novabile. Il potenziale quindi è da inquadrare in questo senso: senza dubbio la partecipazione del territorio può essere fondamentale in certi casi per sbloccare potenziali che altrimenti non avrebbero possibilità di svilupparsi». L'agrofotovoltaico è un'opportunià per integrare il reddito agricolo36 L'ECOFUTURO MAGAZINE maggio/giugno 2021 Percorso a ostacoli La normativa in ambito di comunità energetiche rinno- vabili è nel bel mezzo di una evoluzione che ha tutte le caratteristiche di un passaggio di tipo storico, è com- prensibile quindi che nelle sue prime fasi sia incompleta e che necessiti di successivi affinamenti. Oggi, la normativa non impedisce la formazione di co- munità energetiche al di fuori delle condizioni di con- nessione alle reti di bassa tensione e nei limiti di poten- za di impianto di 200 kW, ma stabilisce tali condizioni come prerequisiti per poter accedere a un particolare quadro di benefici. Attualmente «il principale ostacolo alla realizzazio- ne di una Cer potrebbe essere rappresentato dalla di- stanza delle imprese agricole rispetto ad altri possibili utenti aggregabili (limite della cabina MT/BT). Vi è poi un ostacolo che è più di natura informativa», rac- conta Rolando Roberto. «Oggi, mancano specifici casi pratici nel settore agricolo, sappiamo che è sempre utile in un nuovo mercato la realizzazione di configurazioni modello. Inoltre è necessario il superamento dell'attuale specifica che esclude l'ottenimento dell'incentivo su au- toconsumo collettivo proprio delle Cer se si installa un impianto fotovoltaico a terra su terreno agricolo». Per incentivare l’utilizzo di impianti a biogas per le Cer agricole è necessario rimuovere il vincolo della bassa ten- sione e il limite di potenza, ma dicendo ciò servirebbe precisare anche l’effetto per il sistema che deriverebbe dalla rimozione di tali vincoli. «La corrispondenza tra condizioni poste e benefici accordati lascia immaginare che al rilassamento di certi vincoli debba corrispondere una modifica del quadro di benefici. Per questo non ha senso parlare di rimozione di gap normativi o comun- que di superamento dei vincoli senza parlare anche di adeguamento del relativo quadro di benefici connessi», precisa Marco Pezzaglia. Infine, c’è la questione della premialità per le Cer che al momento è legata solo a un concetto di contestualità di immissione in rete e di prelievo di sola energia elettri- ca valorizzando l’autoconsumo. In realtà, il concetto di comunità energetica va oltre una ricerca di mera conte- stualità tra produzione e consumo di energia elettrica e, pertanto, il sistema di premialità dovrebbe abbracciare temi più ampi quali benefici sociali e ambientali. ▲ Km 0 per l'energia agricola Nel 2018, in Veneto è nata la prima Comunità Ener- getica Agricola, grazie al progetto Energia Agricola a km0 (www.energiaagricolaakm0.it) con l’obiettivo di stimolare una nuova cultura energetica che sensibiliz- zi le imprese agricole e i cittadini nella valorizzazione e utilizzo di energia verde prodotta localmente. Il Pro- getto parte dall’esigenza di mantenere efficienti gli im- pianti a fonte rinnovabile, connetterli nella filiera, per poi valorizzare l’acquisto di energia dai produttori e la re-immissione di questa sul mercato dei consumatori: un meccanismo che premia la produzione locale garan- tendo la completa tracciabilità della filiera produttiva anche attraverso la fornitura di una serie di servizi che migliorano l’efficienza degli impianti fotovoltaici. Tut- ta l’energia di filiera viene gestita da ForGreen, partner tecnico ed energetico del progetto, che ritira l’energia prodotta dagli Associati, la certifica con le Garanzie d’Origine, tramite il marchio internazionale per la so- stenibilità energetica EKOenergy e con un sistema di contabilizzazione di filiera energetica di community. Fornisce a tutti gli aderenti - produttori di energia rin- novabile - un servizio per valorizzare l’esperienza della propria filiera energetica: dalla produzione al consumo, passando per la gestione amministrativa e tecnica degli impianti. Inoltre, rafforza il rapporto locale tra prosu- mer con un legame di valori e fiducia tra i produttori di energia verde, consumatori finali, ditte tecniche locali e professionisti.www.martignani.com MARTIGNANI SRL Via Fermi, 63 - Zona Industriale Lugo 1 48020, S. Agata sul Santerno (RA) Italy Tel. (+39) 0545 230 77 · Fax (+39) 0545 306 64 martignani@martignani.com SOLUZIONI INTELLIGENTI per una AGRICOLTURA MODERNA ED ECO-SOSTENIBILE FOR A GREENER WORLD I Nebulizzatori Martignani: - Usano meno acqua (tra il 70% e il 90%) - Usano meno prodotto chimico (40%) - Riducono l'inquinamento (sensibile RIDUZIONE della deriva e ZERO residui su frutta e vino) - Garantiscono micronizzazione e copertura uniformi38 L'ECOFUTURO MAGAZINE maggio/giugno 2021 SOCIALE/ di Ivan Manzo I stantaneità tra produzione e consumo. È la caratteristica fondamentale di un sistema dove tutti sono connessi e pronti a cedere e ad acquistare energia. È possibile risparmiare, contribuire alla lotta al cambiamento climatico e rendere più virtuoso il proprio vicinato, il condominio o semplicemente la propria abitazione, attraverso la creazione di una comunità basata sullo scambio di energia. Le comunità energetiche, di cui si è spesso sentito parlare negli ultimi anni, sono una realtà. In base alla legislatura vigente si può infatti contribuire alla Energia di comunità Le comunità energetiche sono una realtà già presente e si svilupperanno aumentando la coscienza energetica dei cittadini39 L'ECOFUTURO MAGAZINE maggio/giugno 2021 decentralizzazione del sistema energetico, elemento fondamentale per il passaggio da un mondo basato sui combustibili fossili a uno alimentato dalle fonti rinnovabili, e spingere l’acceleratore sull’autoconsumo collettivo. L’idea fondamentale è semplice e si basa su tre princìpi: assicurare che l’energia rinnovabile sia effettivamente consumata nel momento in cui è prodotta, garantire l’efficacia della distribuzione da parte delle infrastrutture di rete, rendere conveniente anche da un punto di vista occupazionale un progetto. In questo modo, la nascita di una comunità sarà in grado di massimizzare i benefici sia ambientali sia economici per il territorio interessato. Ma andiamo con ordine. Possiamo dividere le comunità energetiche in due gruppi: il primo è dato dall’autoconsumo collettivo reso possibile, per esempio, da un condominio che ha all’interno tanti altri contatori privati. Tutti possono così beneficiare dell’energia elettrica prodotta dai pannelli fotovoltaici condominiali. Il secondo gruppo, invece, è fatto da cittadini che vivono in abitazioni diverse ma che fanno parte della stessa “cabina di trasformazione” (quella dove il player di energia di turno distribuisce la corrente elettrica a bassa tensione che arriva nelle abitazioni). In questo caso occorre però fare una precisazione. La normativa vigente in Italia (art. 42 bis del Dlgs 162/2019) non permette di andare oltre la cabina di trasformazione per la creazione di una comunità energetica, tuttavia il nostro Paese entro la fine dell’anno è chiamato a recepire la direttiva europea “Red II”. Quest’ultima, che definisce nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas climalteranti, quote più ambiziose di energia prodotta da fonti rinnovabili e maggiori livelli di efficienza energetica, prevede l’estensione della possibilità di creare nuove comunità, anche a grossa distanza (per esempio tra due Regioni diverse), ampliando, di fatto, la forbice dell’autoproduzione sul territorio nazionale. Per quanto riguarda gli incentivi esistenti, il legislatore li ha differenziati e ammontano a 100 euro per Megawattora prodotto nel primo caso (condominio), e a 110 euro per Megawattora prodotto nel secondo (diverse abitazioni). C’è poi anche un altro vantaggio: chi fa parte di una comunità energetica può infatti beneficiare di una detassazione sui costi degli oneri fissi, in sostanza parliamo di uno sconto ulteriore. Comunità convenienti «Oggi le comunità energetiche sono una proposta che si autoripaga, e che è conveniente per tutti, sia per gli incentivi esistenti e sia perché le tecnologie coinvolte, come sistemi di accumulo e pannelli fotovoltaici, diventano pian piano sempre meno costose», ha dichiarato il presidente di Giga (Gruppo Informale per la Geotermia e l’Ambiente) e cofondatore del Festival Ecofuturo Fabio Roggiolani, che poi ha aggiunto: «Inoltre abbiamo a disposizione diversi strumenti che ci permettono di rendere più efficienti e rinnovabili le nostre case. Oltre alle comunità energetiche, mi riferisco al Superbonus 110% e al reddito energetico. Tre provvedimenti che non sono in contrasto tra loro, tutt’altro, sono fortemente complementari». Per rendere concrete le comunità energetiche in Italia la società civile ha svolto un ruolo determinante, soprattutto in termini di pressione sulla classe politica. La rete di Ecofuturo, da sempre in prima linea sul tema, già nel 2017 con la petizione “Scambiare o vendere energie rinnovabili sia libero per tutti” aveva raccolto sulla piattaforma Change.org oltre 30 mila firme. Una campagna giunta sui tavoli istituzionali incontrando il parere favorevole del senatore Gianni Girotto (il quale nel 2017 rivestiva il ruolo di Presidente della Commissione Industria del Senato), che in questi anni si è battuto in Parlamento per rendere l’autoconsumo un diritto diffuso in tutto il Paese. Dell’esperienza di Ecofuturo abbiamo parlato anche con l’Amministratore Delegato di “PM Service” Andrea Parrini. «Stiamo organizzando degli eventi all’interno di Exco, la fiera virtuale sulle tecnologie rinnovabili di Ecofuturo – ha affermato Parrini -. La fiera ci consente di svolgere un lavoro dal basso, e cioè di diffondere consapevolezza tra i privati su questi temi, facendo conoscere i prodotti di qualità che Comunità energetiche, Superbonus 110% e reddito energetico consentiranno un approccio sociale alle risorse energetiche Next >