< Previous11 L'ECOFUTURO MAGAZINE maggio/giugno 2022 *Giornalista ambientale, socio fondatore di Italia che Cambia ll concetto di legalità non è legato solo alle questioni giuridiche è un aspetto essenziale del vivere bene Legalità è felicità L La celebre affermazione del giurista romano Gaio che afferma “Lex est quod populus iubet atque constituit”, “La legge è ciò che il popolo ordina e stabilisce” non rispecchia la realtà. Assistiamo all’esacerbarsi delle tensioni internazionali, frutto delle tendenze autoritarie, folli e nostalgiche di un autocrate ma anche, in parte, delle scelte di governi democratici slegati dalle volontà delle persone. Governi che invece di rispondere alle follie dell’autoritarismo con un’ulteriore dose di democrazia sembrano vedere in questa un noioso ostacolo a decisioni rapide ed efficaci per contrastare le crisi. Qualche settimana fa la giustizia britannica ha dato il via libera de facto all’estradizione di Julian Assange, mentre in Italia sono sempre di più le voci che si levano contro le procedure considerate poco democratiche del governo Draghi. Per Italia che Cambia, abbiamo intervistato Tomaso Montanari, autore di “Eclissi di Costituzione”, edito da Chiarelettere, che avanza critiche puntuali all’operato del nostro governo. Quando parliamo di legalità, uno dei primi argomenti che ci vengono in mente sono i rifiuti, oggetto di interesse da parte di mafie e organizzazioni criminali. Su Italia che Cambia ne abbiamo parlato in un nuovo podcast condotto da Manuela Leone del Movimento Zero Waste dal titolo “Rifiuti: ri-evoluzione in corso”. Nelle prime puntate abbiamo affrontato temi scottanti come la possibilità di fare a meno degli inceneritori, la scelta (di un Comune) di disincentivare l’utilizzo di acqua in bottiglia, la necessità di implementare politiche per il riuso e la riparazione. I rifiuti non sono solo quelli materiali. Il pensiero lineare che sta alla base del sistema economico-produttivo e che porta alla creazione dei rifiuti si applica anche a tanti altri aspetti della nostra società, dal lavoro, alle relazioni umane. Molte aziende trattano gli esseri umani come prodotti monouso da cui spremere energie e tempo negli anni migliori per poi relegarli ai margini del sistema sociale. Sistema che è in parte all'origine del fenomeno globale di dimissioni in massa, noto come Big Quit. «Secondo la McKinsey», spiega Elisa Elia su Italia che Cambia «da aprile 2021 a oggi oltre 19 milioni di lavoratori hanno dato le dimissioni volontariamente negli USA e in Italia, nei primi dieci mesi del 2021, 777 mila, 40 mila in più rispetto al 2020». Tuttavia, sempre più persone scelgono di uscire dalla catena del lavoro migliorando la propria condizione. È il caso di Alessandra che dopo una vita passata in banca, ha deciso di dedicarsi a ciò che la appassiona. Il suo mestiere, racconta a Valentina D’Amora che l’ha intervistata, è «diffondere la gioia»; insegna yoga, meditazione, bodywork, conduce sessioni di bagni di foresta e tanto altro oppure di Linda e Davide che dopo anni in giro per il mondo hanno preso le redini del rifugio parco Antola, lungo la Via del Sale, per renderlo completamente autosufficiente. Legalità non è solo rispettare le regole. Come ha spiegato Danilo Chirico, dell’Associazione antimafie Da Sud «per combattere le mafie è necessario costruire un nuovo immaginario e una nuova idea delle relazioni umane». Che passa anche - aggiungiamo - attraverso una felicità equa e diffusa. ▲ ITALIA CHE CAMBIA a cura di Andrea Degl’Innocenti* Nella foto: AlessandraECOMOTIVE SOLUTIONS • Località San Iorio, 8/C - Serralunga di Crea (AL) • ecomotive-solutions.com ENERGY HEAVY EQUIPMENT MARINE RAILWAY AUTOMOTIVE TECNOLOGIE PER L’USO DI CARBURANTI ALTERNATIVI NELL’AUTOMOTIVE E NON SOLO Ovunque operi un motore, la nostra tecnologia è pronta a intervenire per migliorarne le performance ambientali. Riusciamo a soddisfare le richieste dell’OEM (costruttori di veicoli o di motori, costruttori di impianti CNG/LNG/GPL, produttori di impianti per l’energia), così come quelle degli operatori professionali interessati al retrofit di mezzi o motori già in opera (flotte di veicoli industriali e commerciali, trasporto pubblico, smaltimento rifiuti, applicazioni marine e industriali speciali, impianti di produzione di energia). Soluzioni per l’impiego dei carburanti alternativi applicati a motori diesel, dalla vettura stradale al trasporto professionale passando per i veicoli commerciali leggeri. Sistemi di conversione di motori diesel in Diesel Dual Fuel per Metano, biometano, GPL, DME, biogas e trasformazioni di motori diesel in motori onnivori a gas. Applicazioni ‘green’ per motori industriali, soluzioni per la meccanizzazione agricola, mezzi d’opera a supporto dell’attività in porti e interporti. La logistica non si limita a movimentare carichi su strade e autostrade di asfalto: la sfida di Ecomotive prosegue sulle autostrade del mare. Un contributo a basso impatto ambientale per rinnovare le linee su cui operano locomotive diesel, con l’obiettivo non secondario di ridurre i costi operativi 1991 1995 1998 2009 2005 20042017 20152019 TEST 2021 DIMSPORT nasce dall’esigenza di modificare i parametri della centralina motore su vetture da competizione La neonata 2LNG presenta LNG POCKET, liquefattore per produrre e distribuire LNG a km zero Uno strumento Dimsport dialoga con la centralina motore originale Nascono i banchi prova potenza della linea DYNO Il gruppo assorbe il brand MACARIO attivo dal 2011 La prima centralina aggiuntiva RAPID La prima centralina aggiuntiva RAPID BIKE per le due ruote Diesel Dual Fuel proposto da ECOMOTIVE SOLUTIONS Il gruppo amplia il suo raggio d’azione con nuove strutture dedicate al testing delle emissioni dei veicoli AUTOGAS ITALIA entra nel gruppo Holdim13 L'ECOFUTURO MAGAZINE maggio/giugno 2022 *Giornalista scientifico, caporedattore L’Ecofuturo Magazine I dati sull'utilizzo/produzione dell'energia diventeranno sempre più preziosi e potranno essere utilizzati sia bene sia male Elettrone digitale U na delle questioni cruciali che deve essere affrontata all'interno del processo della transizione energetica è quella dei dati, principalmente perché si sta affacciando all'interno dei contesti energetici la figura del prosumer. Oltre a ciò, quindi, c'è la gestione dei dati energetici che ognuno di noi già produce e che saranno l'ossatura delle "Smart Grid". Con l'arrivo delle reti 5G, infatti, avremo un'esplosione dell'Internet of Things (IoT) con dispositivi che trasmetteranno dati di produzione e consumo precisi, puntuali e in tempo reale dei singoli oggetti. Ciò consentirà una gestione della rete molto più efficiente e non è un caso che in molti puntino sull'accumulo elettrochimico che consente l'attivazione di servizi di rete istantanei. Si pone il problema dell'utilizzo di questi dati, con non pochi interrogativi sul fronte della democrazia energetica. Si pensi a quali relazioni e profilazioni si possono produrre dal monitoraggio: i dati di un viaggio su un'auto elettrica incrociati con quelli dei consumi, con quelli della produzione domestica da fotovoltaico e con quelli degli elettrodomestici collegati alla rete IoT. L'elettrificazione spinta, essendo i singoli elettroni monitorabili uno per uno, porta a una profilazione assoluta mai vista in precedenza. Anche in tempi recenti con i social network. La gestione dei dati, però, può avere anche risvolti positivi. Per esempio le auto elettriche, se le si lascia allacciate alla rete, possono diventare un sistema di accumulo diffuso che produce valore in termini di servizi di rete al pari, se non meglio, del capacity market del gas. Un valore che dovrà essere restituito al proprietario dell'auto elettrica e non incorporato attraverso il semplice utilizzo del veicolo. Non è un caso che tutte le grandi utilities stiano puntando sulla gestione e sull'accumulo dei dati, che sarà il grande business del futuro e che dovrà essere regolamentato a fondo dalla politica, senza alcuna influenza da parte dei soggetti operanti sul mercato ed essere assolutamente trasparente. Nel giro del prossimo decennio il "mercato" dei dati dovrebbe subire un'impennata e non sono pochi a pensare che varranno più dell'energia elettrica, il cui costo marginale, è destinato ad abbassarsi man mano che aumenterà la quota di rinnovabili immesse in rete. Infatti, proprio per "difendersi" dallo strapotere delle utilities, alcune comunità energetiche di New York utilizzano la Blockchain, che, con la sua inviolabilità, aumenta la fiducia e la certezza tra tutti gli operatori interni ed esterni alla comunità stessa e rende i dati assolutamente inattaccabili. E le rinnovabili che stanno su un nuovo piede di partenza necessitano di una robusta iniezione di fiducia come ingrediente principale, esattamente come del resto tutto il Paese. ▲ ENERGIA a cura di Sergio Ferraris*15 L'ECOFUTURO MAGAZINE maggio/giugno 2022 L e piante aromatiche sono forti, resilienti e piene di proprietà. Il termine “aromatica” fa riferimento proprio a quelle piante che detengono un profumo gradevole e aromi ricchi di oli essenziali. Sono diffuse nei parchi e in campagna ma anche nei balconi e nei giardini. Tradizionalmente si piantano perché agiscono come repellenti per parassiti e zanzare, attraggono le api e i bombi, insetti importanti per l’impollinazione e la fertilità e in cucina donano ai piatti un meraviglioso sapore, oltre ad essere battericide e digestive. Per farle durare a lungo dopo l’acquisto sarebbe meglio effettuare subito un travaso in un vaso più grande e di coccio. Necessitano di poca acqua; se non piove, basta un bicchiere a settimana. Tra le più facili da coltivare: il Rosmarino, sempreverde dalle proprietà digestive, la Menta, fresca e adatta anche ai dolci, il Timo, antisettico naturale, la Lavanda profumata e rasserenante, la Salvia, digestiva e adatta ai secondi piatti, l’Alloro con azione battericida e un sapore forte che si sposa con i secondi piatti, il Prezzemolo, una tappezzante che sta bene con ogni tipo di piatto; da qui il detto «sei come il prezzemolo, stai ovunque». Il miglior modo di conservarle è di farle essiccare seguendo alcuni passaggi. Si raccolgono al mattino quando la rugiada è da poco evaporata e meglio nel cosiddetto periodo balsamico, in primavera, nel momento in cui il loro contenuto in princìpi attivi raggiunge livelli ottimali. Vanno lavate delicatamente con acqua fresca e fatte asciugare all’aria. Per farle seccare si realizzano dei mazzetti con uno spago da appendere a testa in giù a un supporto. Si lasciano essiccare da una a qualche settimana, secondo il tipo di pianta, in un luogo asciutto e sufficientemente ventilato, meglio se all’aperto e in ombra e dove c’è poca umidità. Per capire se sono essiccate sentite se si sbriciolano tra le dita. Una volte secche si trasferiscono in un barattolo di vetro, spezzettandole a mano o pestandole con un mortaio per sminuzzarle o polverizzarle. Si conservano per molti mesi se poste in una dispensa, in un luogo fresco senza luce. Ricette con le erbe aromatiche: gli insaporitori Sono utilissime per realizzare un sale aromatizzato. Per farlo miscelare in un barattolo di vetro 100 g di sale fino (meglio se integrale, ottimo è quello di Trapani o di Cervia che si trova facilmente in erboristeria) con 50 g di un mix a scelta di erbe aromatiche essiccate e tritate. Questa autoproduzione si conserva per un anno. Con le erbe aromatiche essiccate (senza il sale) possiamo fare degli ottimi insaporitori. All’interno di barattolini o dosatori per spezie mettiamo in eguale misura del Timo e del Prezzemolo essiccati; queste due erbe sono adatte ai primi piatti. La Salvia e il Rosmarino sono invece perfetti per i secondi e le verdure spadellate. La Menta e la Lavanda si usano per insaporire i dolci, le fragole o per realizzare un’acqua aromatizzata digestiva e profumata. ▲ * Ecodivulgatrice, scrittrice e conduttrice tv Ecco come coltivare, conservare e utilizzare in cucina, in modo salutare, le erbe aromatiche Aromi forti AUTOPRODUZIONE a cura di Lucia Cuffaro*17 L'ECOFUTURO MAGAZINE maggio/giugno 2022 * Vicepresidente Ass. Chimica Verde Bionet, R&D manager Green Evolution Il ciclo dei rifiuti in cui la materia finisce per la maggiore parte incenerita è un insulto al Pianeta La (dis)economia diventa un (termo)valore P rendo spunto dalla polemica sul sindaco di Roma che avrebbe osato chiedere di costruire un termo- valorizzatore per i rifiuti, per condividere una riflessione. I rifiuti urbani di Roma conoscono bene i marciapiedi e i parcheggi della città più che i luoghi deputati al recupero e selezione. Pensare di recuperare costi come trasporti, stoccaggio, selezione, ri-trasporto in discarica su un maleodorante vagone di treno per altri 2000 km, al fine di eliminare tutti i rifiuti non differenziati dal sistema, è la scorciatoia che ammalia chi ancora non ha preso atto che l’economia circolare è l’unico mezzo per uscire vivi dal cambiamento climatico. Provo a spiegare perché bruciare rifiuti è un'autentica stupidata. Prendiamo un imballaggio creato per contenere tre pere, identiche a quelle che prima della pandemia si mettevano in un sacchetto, calibrate sulle esigenze familiari e che ora si trovano solo in confezioni standardizzate; esso è composto da quattro elementi: la vaschetta in plastica espansa (EPS), il film estensibile (LDPE), l’etichetta che, se va bene, è in materiale plastico o carta e l’adesivo (dell’etichetta) un composto chimico spalmato sulla carta cui andrebbe aggiunto anche lo scontrino che non piace neppure a chi raccoglie la carta. Nel mio caso a volte tra i rifiuti devo mettere anche una pera marcita nel frattempo. Da un mio studio, effettuato su oltre 80 prodotti, gli imballaggi alimentari incidono per meno del 5% del peso complessivo, ma industrialmente sono i loro componenti che - rispetto alla frutta contenuta - richiedono una grande dispersione di energie: per progettarli, per recuperare i materiali da quattro ditte diverse, da luoghi anche distanti che hanno investito per comprare delle macchine, utilizzato personale per farle funzionare. Per non parlare del resto della filiera. Questi imballaggi con la frazione della plastica, trasportati in un centro di raccolta, sono un mix di plastiche riciclabili che, combinate assieme, producono il plastomix: un miscuglio di scarso valore tecnico e commerciale. Infine tutto ciò viene spedito a un termovalorizzatore che deve triturare, asciugare e infine trasformare in un materiale che sarà utilizzato per un nanosecondo mentre il resto è trasformato in un gas che non mi porterà a produrre nuove pere ma mi impedirà di produrle perché quel gas è climalterante. Ecco, ho “sprecato” tempo a scrivere questi movimenti e mi sono giocato lo spazio consentito per la rubrica senza aver risolto alcunché, se non per prendere atto che consideriamo rifiuto un bene costato fatica a questo Pianeta e prodotto tanto gas serra. E chiamiamo “valorizzazione” di un rifiuto, questa immensa “diseconomia”? Solo per mangiare tre pere? Compreso questo, avremo ancora il coraggio di guardare in faccia i nostri figli quando ci diranno: «questo non è progresso papà». ▲ BIOECONOMIA a cura di Marco Benedetti*19 L'ECOFUTURO MAGAZINE maggio/giugno 2022 *Division Director, Green Innovation Division – Zucchetti Centro Sistemi Nel contesto imprenditoriale italiano non sono pochi quelli che adottano alibi economici per giustificare comportamenti illegali Legalità efficiente Q uesto numero della rivista propone come argomento centrale la legalità cioè, secondo la definizione Treccani, la conformità alle prescrizioni della legge. Dalla definizione si capisce facilmente come un’impresa che opera in un quadro di legalità possa svilupparsi e sostenersi nel tempo ma anche come sviluppo e sostenibilità siano possibili solo in contesti che garantiscano la legalità a tutti i livelli; il primo è certamente quello legato alle regole del diritto e alle norme tecniche vigenti. In questo ambito, giocano un ruolo chiave alcuni importanti fattori, quali burocrazia, condivisione, partecipazione dei lavoratori, giusta redistribuzione della ricchezza prodotta che include una tassazione equa della ricchezza stessa e così via. Questi fattori possono aiutare le imprese a operare in piena conformità alla legge oppure trasformarsi, addirittura, in degli alibi per aggirarla. Prendiamo, per esempio, l’evasione fiscale: quante volte abbiamo sentito dire «se non facessimo un po’ di fatturato in nero non potremmo sopravvivere». Un alibi, appunto, che determina un abuso, una truffa, che in Italia è stimata in 120 miliardi di euro l’anno, cioè il 6% del PIL. Oppure, prendiamo la burocrazia: una qualsiasi azienda in Italia deve adempiere almeno a quattordici pagamenti l’anno (più di uno al mese) e impiega 238 ore, in media, per gestirli. Ma davvero non è possibile alleggerire un costo di simili dimensioni per le nostre aziende? Per un impianto fotovoltaico fatto in regime di Superbonus, fra certificati tecnici e moduli di varia natura da inviare a una pluralità diffusa di enti ne sono richiesti 32. Un incubo che rende il costo delle pratiche di un impianto estremamente (e inutilmente) alto e macchinoso. Ho citato due esempi per dire che se la legalità viene compressa da fattori che, di fatto, ne limitano l’efficacia, ci troveremo con un sistema economico e produttivo pieno di falle e non sostenibile. È quanto succede da molti anni al nostro sistema Italia. È evidente che un suo cambio strutturale è da tempo necessario. In questo senso le energie rinnovabili hanno in sé un aspetto assai virtuoso che riguarda la redistribuzione della ricchezza. Un privato, un’industria, un negozio, un condominio che scelgono di investire nella realizzazione di un impianto, godono direttamente dei benefici economici che ne derivano. Questa soluzione è invisa a molti ed è per questo che abbiamo leggi che cambiano continuamente (tipicamente quelle relative all’incentivazione delle rinnovabili), norme tecniche ballerine, una burocrazia che definire asfissiante è una sottovalutazione del problema. Tuttavia, il paradigma economico che sottende alle rinnovabili è assolutamente positivo. Non c’è più un’azienda che compra gas o carbone o qualsiasi altra fonte energetica e la rivende per derivarne un profitto. C’è un impianto che genera energia dove serve e che abbassa la bolletta di chi lo ha fatto, oltre che la bolletta energetica e la dipendenza dall’estero. Anche da questo passa il rispetto della legalità e la costruzione di un nuovo e più solido sistema economico-produttivo per il nostro Paese. ▲ IMPRESA E SOSTENIBILITÀ a cura di Averaldo Farri*Next >