< PreviousECOMOTIVE SOLUTIONS • Località San Iorio, 8/C - Serralunga di Crea (AL) • ecomotive-solutions.com ENERGY HEAVY EQUIPMENT MARINE RAILWAY AUTOMOTIVE TECNOLOGIE PER L’USO DI CARBURANTI ALTERNATIVI NELL’AUTOMOTIVE E NON SOLO Ovunque operi un motore, la nostra tecnologia è pronta a intervenire per migliorarne le performance ambientali. Riusciamo a soddisfare le richieste dell’OEM (costruttori di veicoli o di motori, costruttori di impianti CNG/LNG/GPL, produttori di impianti per l’energia), così come quelle degli operatori professionali interessati al retrofit di mezzi o motori già in opera (flotte di veicoli industriali e commerciali, trasporto pubblico, smaltimento rifiuti, applicazioni marine e industriali speciali, impianti di produzione di energia). Soluzioni per l’impiego dei carburanti alternativi applicati a motori diesel, dalla vettura stradale al trasporto professionale passando per i veicoli commerciali leggeri. Sistemi di conversione di motori diesel in Diesel Dual Fuel per Metano, biometano, GPL, DME, biogas e trasformazioni di motori diesel in motori onnivori a gas. Applicazioni ‘green’ per motori industriali, soluzioni per la meccanizzazione agricola, mezzi d’opera a supporto dell’attività in porti e interporti. La logistica non si limita a movimentare carichi su strade e autostrade di asfalto: la sfida di Ecomotive prosegue sulle autostrade del mare. Un contributo a basso impatto ambientale per rinnovare le linee su cui operano locomotive diesel, con l’obiettivo non secondario di ridurre i costi operativi 1991 1995 1998 2009 2005 20042017 20152019 TEST 2021 DIMSPORT nasce dall’esigenza di modificare i parametri della centralina motore su vetture da competizione La neonata 2LNG presenta LNG POCKET, liquefattore per produrre e distribuire LNG a km zero Uno strumento Dimsport dialoga con la centralina motore originale Nascono i banchi prova potenza della linea DYNO Il gruppo assorbe il brand MACARIO attivo dal 2011 La prima centralina aggiuntiva RAPID La prima centralina aggiuntiva RAPID BIKE per le due ruote Diesel Dual Fuel proposto da ECOMOTIVE SOLUTIONS Il gruppo amplia il suo raggio d’azione con nuove strutture dedicate al testing delle emissioni dei veicoli AUTOGAS ITALIA entra nel gruppo Holdim11 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2022 *Giornalista ambientale, socio fondatore di Italia che Cambia L’informazione in Italia e nel mondo è a un bivio Informare sui fatti U no studio di qualche anno mostrava come gli elettori americani avessero premiato candidati alla presidenza che utilizzavano un lessico semplice. Azzardo una spiegazione: di fronte all’aumentare della complessità delle nostre società, tendiamo a credere più volentieri a chi dice cose semplici, non importa se false. Eppure, con una crisi ecologico-climatica pesante, una situazione geopolitica complessa, pandemie, carestie, siccità e incendi, sarebbe utile avere una visione d’insieme condivisa dello scenario in cui siamo immersi, ma aggiungiamo altri elementi: la percezione del mondo è soggettiva e filtrata; il nostro cervello è una “macchina” piena di bug (si parla di bias cognitivi); l’avvento di Internet, in cui il problema non è più la scarsità di informazioni ma la sovrabbondanza e la difficoltà di discernimento e navigazione; la diffusione dei social come principale veicolo di notizie che dà luogo a bolle informative autoreferenziali. È possibile fare informazione e raccontare la complessità rendendola comprensibile, senza banalizzarla? Durate i festeggiamenti di Italia che Cambia, quotidiano web che il mese scorso ha festeggiato i dieci anni di attività, abbiamo avuto modo di riflettere sui modelli presenti e futuri dell’informazione (anche con Sergio Ferraris, caporedattore di Ecofuturo Magazine). Ne sono usciti diversi spunti: • fare il possibile per ricostruire i fatti. Se si verificassero le informazioni alla fonte, incrociando i dati e le versioni, buona parte del lavoro sarebbe fatto; • ammettere il dubbio e l’incertezza. In un’epoca di grandi eventi inattesi è importante ammettere di non sapere alcune (molte) cose. Fare informazione significa affermare che - pur con tutti gli sforzi per arrivare a ricostruire e verificare i fatti - ci sono tante cose che non sappiamo; • parlare di probabilità, piuttosto che di verità. La verità è un concetto molto scivoloso. Ammesso che esista è impossibile conoscerla. Questa constatazione ci può portare a sostituire il concetto di verità con quello di probabilità. Quanto è probabile, in base alle informazioni che abbiamo, che le cose stiano (o siano andate) in questo modo? Ci sono fatti sui quali le informazioni in nostro possesso sono talmente tante che la probabilità si avvicina al 100% (per esempio il fatto che ci sia una correlazione fra CO 2 in atmosfera e cambiamento climatico) altri sui quali sappiamo poco ed è importante dichiararlo (come molti degli avvenimenti recenti, legati all’invasione russa dell’Ucraina); • sperimentare nuovi modelli. Molti giornali sperimentano nuovi modelli. Celebre l’esempio, citato da Ferraris, del magazine on line olandese “De Correspondent”; altri creano modelli ibridi in cui si punta sul coinvolgimento diretto dei lettori e il confine fra i creatori e i fruitori è più sottile. È difficile dire quali vestiti indosserà l’informazione di domani, buona parte del percorso è ancora da esplorare. Ma mai come adesso le sfide del presente fanno sentire il bisogno di un’informazione comprensibile, seria e basata sui fatti. ▲ ITALIA CHE CAMBIA a cura di Andrea Degl’Innocenti*SCOPRI DI PIÙ LA TRANSIZIONE ENERGETICA PASSA ANCHE DAI TRASPORTI Snam4mobility è la società di Snam che ha la missione di supportare la DECARBONIZZAZIONE DEI TRASPORTI favorendo la MOBILITÀ a GAS NATURALE e BIOMETANO (in forma compressa e liquefatta) e a IDROGENO, JUD]LHDOODUHDOL]]D]LRQHGLLQIUDVWUXWWXUHGLULIRUQLPHQWRHDOOoRƪHUWD di servizi integrati di SMART GREEN MOBILITY, dedicati ad utenti pubblici e privati. La società è impegnata a sviluppare tecnologie e know-how per l’innovazione, a sensibilizzare il territorio e costruire rapporti costanti con le istituzioni e le realtà locali.13 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2022 O gni acquisto rappresenta un vero e proprio gesto politico. Alla cassa si scelgono grande distribuzione organizzata e sfruttamento delle risorse naturali o prodotti che arrivano da filiere etiche e solidali? A ciò si aggiunge l’importanza di dare un taglio netto allo spreco alimentare domestico. Da un lato il consumo critico e dall’altro le abitudini casalinghe possono dare dignità al cibo, facendo in modo che sia valorizzato e conservato il più a lungo possibile. L’alimento più sciupato in Italia, fino al 23%, è il pane. Se viene conservato in una busta di plastica si ammollerà in un giorno; al contrario in un sacchetto di carta tenderà ad indurirsi troppo. Meglio conservarlo in un sacchetto di tela o nella federa di un cuscino. Un trucco per recuperare anche le briciole che si trasformeranno in ottimo pangrattato. Una buona farina dura al massimo otto mesi, poi potrebbero comparire le classiche farfalline. Le integrali e semi integrali, infatti, contengono al loro interno più nutrienti. Il consiglio è di conservarla in un barattolo con una buona chiusura ermetica e per prolungarne la durata di metterla in frigorifero o nel surgelatore (dove rimane sempre farinosa). I legumi vanno conservati per un anno in barattoli di vetro, in un luogo asciutto e non umido altrimenti per l’umidità potrebbero diventare aciduli. Le erbe aromatiche a foglia dura, come timo, rosmarino, lavanda, vanno appese in cucina o in un luogo della casa dove arrivi poca luce, per essere essiccate e quindi conservate a lungo. E per l’insalata? Un tovagliolo di stoffa sarà in grado di assorbirne l'umidità aiutando a conservarla più a lungo, in frigorifero o fuori. L’errore più grande è lasciarla nel sacchetto di plastica che la farà irrancidire presto. Le patate non vanno messe in frigorifero; con il freddo, l’amido al loro interno si trasforma in zucchero e accelera il processo di germogliazione favorendo la formazione di solanina, una sostanza tossica. Si possono tenere all’esterno, anche in terrazza in un sacco di juta. Un errore molto comune da evitare: tenere le cipolle lontane dalle patate, poiché i gas prodotti dalle prime fanno germogliare le patate più velocemente. Per evitare che il gusto e sapore delle spezie perda di intensità nel tempo, l'ideale è consumarle entro sei mesi dall'acquisto. Attenzione al cambiamento di colore: se zafferano, curry o curcuma, per esempio, diventano opachi, sono arrivati alla fine del loro ciclo di vita. Gli agrumi, in particolare le arance, non dovrebbero essere conservati in frigo, dove diventerebbero amarognoli, riportando anche rammollimenti dei tessuti. È meglio optare per la conservazione a temperatura ambiente; il frutto di una pianta che cresce in climi caldi non è in genere dotato di meccanismi che lo proteggono dal freddo. Pere, mele, cachi, kiwi, e tanti altri, sono dei frutti climaterici, che continuano la loro maturazione una volta staccati, per la presenza dell’etilene, l'ormone prodotto durante la loro maturazione. Questo tipo di frutti vanno tenuti in un bel cesto in cucina. Per questo motivo le nonne dicevano sempre di mettere vicino a una mela la frutta che deve ancora maturarsi: l'etilene ne accelererà il processo di maturazione. ▲ * Ecodivulgatrice, scrittrice e conduttrice tv Consumare e conservare gli alimenti al meglio per evitare sprechi è possibile Spreco zero AUTOPRODUZIONE a cura di Lucia Cuffaro*SERIE RS ENERGY BEYOND THE SUN! Efficienti ed eleganti, progettati per massimizzare l’autoconsumo energetico dell’impianto fotovoltaico, consentono di alimentare impianti fotovoltaici domestici e/o industriali. Un piccolo grande passo per contribuire al raggiungimento delle emissioni di CO 2 nette pari a zero. www.riello-solartech.it RS HYBRID FOTOVOLTAICO? ACCUMULO? SOLUZIONI PER IL BACK-UP? RS HYBRID È L’INVERTER IBRIDO INTEGRATO AD UN SISTEMA DI ENERGY STORAGE. Da 3.6 kW e 6.0 kW IL SISTEMA È MOLTO SEMPLICE 1. Collega le 2 stringhe di moduli FV (per ottenere fino al 150% di sovraccarico); 2.Collega le batterie al litio all’inverter con gli appositi cavi in dotazione; 3.Il modulo di backup è integrato; 4. Con l’APP imposta il funzionamento. FATTO! RS MONOFASE da 1.5 a 6 kW RS TRIFASE da 6.0 a 30.0 kW15 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2022 *Giornalista scientifico, caporedattore L’Ecofuturo Magazine L'Europa per l'energia ha creduto in maniera dogmatica al mercato. E ne paga le conseguenze È il mercato, bellezza «È il mercato, bellezza, il mercato. E tu non puoi farci niente, niente». La variazione della citazione della frase finale del film di Richard Brooks “L’ultima minaccia”, fatta da uno straordinario Ed Hutcheson-Humphrey Bogart, rende perfettamente la situazione nella quale si trova l'Europa a livello energetico. L'affidarsi al mercato per un bene primario e comune, come l'energia, sta effettivamente decapitando l'economia del Vecchio Continente con imprese che hanno gli utili ridotti ai minimi termini a causa dei costi energetici, con l'aggravante che il Vecchio Continente si è messo il cappio al collo affidandosi a un mercato energetico assolutamente libero e attaccabile dall'esterno. Un cappio che oltretutto non si vuole scrollare di dosso applicando una misura minima come il price cap al gas, difendendo così a livello ideologico scelte, sbagliate, fatte in un recente passato. Il legare il prezzo dell'energia a quello più alto, nella fallace illusione che ciò faccia abbassare i prezzi; non diversificare i prezzi per fonte, al fine di "salvaguardare" le fonti più care come il nucleare e le rinnovabili innovative, le quali invece dovrebbero essere "lanciate" dagli incentivi fino alla maturità commerciale, come successe con il fotovoltaico; tutelare il mercato parassita della capacità, sono solo alcuni degli errori fatti dall'Europa negli ultimi anni ai quali si è sovrapposto il velo ideologico sul fatto che il libero mercato sia l'unica soluzione. Un mercato, oltretutto, con un approccio esclusivamente dall'alto, nel quale i piccoli produttori da rinnovabili non hanno voce in capitolo. Già, perché nonostante i proclami e vari Green New Deal il "progresso" dell'Europa sul fronte energetico è sempre stato indirizzato guardando nello specchietto retrovisore. Puntando sul modello centralizzato. Prova ne è il fatto che gas e nucleare sono stati considerati essenziali per la transizione energetica, che si sono voluti tutelare gli impianti a gas esistenti con il mercato della capacità e si è voluta dare più importanza ai grandi fondi d'investimento che ai piccoli produttori. E l'alibi per tutto ciò non è l'invasione dell'Ucraina. I prezzi del gas, hanno iniziato ad aumentare ad agosto del 2021, ben prima della crisi Ucraina e le cause risiedono nel recuperare redditività sugli asset energetici dopo la crisi di aprile 2020, periodo nel quale il petrolio ha avuto, per la prima volta nella storia, un prezzo negativo. E ovviamente oggi i fondi fanno cartello facendoci pagare il tutto con gli interessi, mentre l'Europa è bloccata nella tutela dei propri cittadini al punto che la Germania ha rotto gli argini e sta proteggendo la propria economia con un'iniezione di 200 miliardi finalizzata all'abbattimento dei propri costi energetici. «Ognuno per se e Dio per tutti», un requiem per l'Unione economica europea. La soluzione per l'Italia, potrebbe essere quella di sbloccare rapidamente una dose massiccia di rinnovabili a tutti i livelli, dando in pasto ai mercati una diminuzione della domanda di gas che potrebbe far diminuire i prezzi. Il problema è che per essere credibili bisognerebbe crederci nelle rinnovabili, ma sembra non essere il caso dell'Italia. ▲ ENERGIA a cura di Sergio Ferraris*17 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2022 * Vicepresidente Ass. Chimica Verde Bionet, R&D manager Green Evolution La Bioeconomia trova il punto di partenza nella Natura ma deve essere garantita la circolarità Natura al centro I l 3 ottobre di ogni anno si ricorda il passaggio di San Francesco d’Assisi dalla condizione terrena a quella celeste; era il 3 ottobre 1226. San Francesco, amante della Natura, ne “il Cantico delle Creature”, ci dà uno spaccato delle sue intime sensazioni fino a considerare anche la Morte come un atto d’amore di ritorno alla Terra e non cancellazione di una esistenza. Dopo otto secoli, che cosa condividiamo della sua visione? La Bioeconomia trova il suo punto di partenza nella Natura ma a questa deve riportarne i beni impiegati per rigenerare vita e garantire sostenibilità. Se ascoltiamo la Scienza non rischiamo di fermare la capacità di resilienza del Pianeta, altrimenti il genere umano rischia un atto autodistruttivo. Francesco, nel suo Cantico, analizzava i fenomeni della Natura con lo stupore del bambino, senza filtri ed egoismo speculativo: «[…]Laudato si', mi' Signore, cum tutte le Tue creature, spetialmente messor lo frate Sole, lo qual è iorno et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore[…]». Il Sole ci illumina e garantisce la vita alle creature del Pianeta ma quella luce è malata: filtrata da strati di gas serra che l’uomo ha rimesso in circolo quando la Terra li aveva stoccati sotto terra e nel mare, consentendo all’ossigeno di prevalere e assicurarci la vita. «[…] Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle: in celu l'ai formate clarite et pretiose et belle[…]». Quanti bambini sono in grado di ammirare il cielo notturno così sorprendente quando osservato attraverso i telescopi spaziali. La Stella Polare ci guida fin dalla preistoria; ma la Luna è il trampolino di lancio per nuovi tesori utili a creare mondi artificiali. «[…]Laudato si', mi' Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le Tue creature dài sustentamento[…]». I cambiamenti climatici sono l’incubo anche dei governanti che stanziano cifre enormi per riparare i danni mentre la prevenzione è impastoiata di burocrazia: il vento è diventato uragano, il sereno siccità e le nuvole inondazioni. «[…]Laudato si', mi' Signore, per sor’acqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa e casta[…]». Che l’acqua sia un bene “prezioso” lo sa bene chi ne imbottiglia ogni anno per 14 mld, per pochi centesimo allo Stato. Il sapore dell’acqua di sorgente non ha uguali ma i genitori danno ai figli quella imbottigliata, per “sicurezza”. «[…]Laudato si', mi' Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte: et ello è bello et iocundo et robustoso et forte[…]». Oggi il falò nel bosco è regolamentato ma c’è chi si accontenta di vederlo scoppiettare in TV per rilassarsi. «[…]Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba[…]». Che sia l’uomo a governare la Madre Terra sembra l’obiettivo di potenti che la misurano in denaro; per gestirla, non godersela. Tuttavia parliamo di economia circolare ma è il richiamo all’esperienza del ciclo naturale. Senza accettare questa lezione e farla propria non c’è certezza del futuro e la buona volontà dei singoli non risolverà il problema. ▲ BIOECONOMIA a cura di Marco Benedetti*19 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2022 *Division Director, Green Innovation Division – Zucchetti Centro Sistemi Allungare la vita agli oggetti, farne un'attenta manutenzione, può essere un'attività redditizia per le imprese Un mondo usa e getta C i sono molti ambiti in cui l’impresa e la sostenibilità ambientale collidono ma quello dei consumi ha un punto di equilibrio complesso. Chi è nato dopo la Seconda guerra mondiale ricerca la comodità del superfluo, non è una critica sociologica ma una semplice osservazione. “Usa e getta” è comodo, funzionale, rapido, poco costoso e dà una sensazione di rinnovamento. Per qualsiasi impresa è una condizione di grande agio poiché elevati consumi equivalgono a grandi mercati e a potenzialità di posizionamento competitivo e di crescita. Per quello che riguarda la sostenibilità il quadro è esattamente contrario. Questa dicotomia è complicata da dirimere: se ricerchiamo e perseguiamo consumi responsabili penalizziamo la crescita dei mercati e, di conseguenza, la crescita continuativa delle aziende. Ho adoperato l’aggettivo “continuativa” non a caso. Nessuno, credo, sia più così ingenuo da invocare una decrescita felice. Non è un concetto plausibile. Penso invece a una crescita che può anche non essere continuativa, chiamiamola per comodità intermittente. Il sacro libro della finanza mondiale richiede che le aziende, specialmente quelle quotate in borsa, crescano a due cifre (cioè più del 10%) anno dopo anno, sia per i loro fatturati sia per i loro profitti. L’elemento finanziario introdotto a forza nelle gestioni industriali impone così un paradigma di crescita infinita che effettivamente non è sostenibile. Quel tipo di approccio finanziario è anti- sostenibilità e, allo stesso tempo, anti-industriale. La finanza diventa incompatibile con l’industria laddove la obbliga a trasformarsi in una generatrice di profitti in continua crescita invece di seguire la sua vocazione di produttrice di buoni prodotti, che si possano impiegare facilmente e che durino nel tempo. L’industria può (e deve) generare profitti anche dalla riparazione di un prodotto e dall’aggiunta di accessori e di funzionalità, non necessariamente dal suo rimpiazzo a breve termine. Un modello del genere punta al prodotto (vero oggetto dell’attività industriale) e non alla massimizzazione del profitto. Non solo, un modello del genere può rafforzare il legame fra industria e territorio. Se non è necessario portare per forza profitti a due cifre si può pensare di sviluppare un rapporto continuativo (questo sì) con il territorio. Prendiamo l’esempio di Luxottica. Leonardo del Vecchio avrebbe potuto tranquillamente produrre occhiali in Cina, invece è rimasto in Italia. Ha sempre generato profitti e li ha condivisi in molti modi con le sue maestranze che ne hanno dato testimonianza in occasione della sua recente scomparsa. Ecco, dove consumi, impresa e sostenibilità smettono di collidere: si cominci a puntare sulla forza del prodotto e sulla sua qualità, si assegni alla finanza un ruolo marginale e si vada nei mercati con la forza di idee innovative e modelli di sviluppo sostenibili. Può darsi che la crescita non risulti a doppia cifra ogni anno ma quanta stabilità e durabilità nel tempo per i prodotti e per le comunità produttrici ne potrebbe conseguire? ▲ IMPRESA E SOSTENIBILITÀ a cura di Averaldo Farri*Next >