Come uscire dall'Era della plastica? Bimestrale Anno 1- Numero 2 Settembre | Ottobre 2019 UN VIAGGIO NEL MONDO TRA PROGETTI VIRTUOSI, ECOTECNOLOGIE E SCELTE CONSAPEVOLI PROGETTI DALLA BOTTIGLIA ALLA BORRACCIA ESPERIENZE LA VIA DELLA SETA ETICA CAMPAGNE PULIRE IL MARE REPORTAGE RIBELLI PER IL PIANETA EDUCAZIONE IMPARIAMO DALLA NATURA IN MOVIMENTO EXTINCTION REBELLION D.USC. 04-10-2019 INTERVISTA A GUNTER PAULI RUOTE CIRCOLARI IN ITALIA SI RICICLANOwww.lecofuturo.itNumero Zero Anno 1- Numero 2 Settembre | Ottobre 2019 Come uscire dall'Era della plastica? Bimestrale UN VIAGGIO NEL MONDO TRA PROGETTI VIRTUOSI, ECOTECNOLOGIE E SCELTE CONSAPEVOLI PROGETTI DALLA BOTTIGLIA ALLA BORRACCIA ESPERIENZE LA VIA DELLA SETA ETICA CAMPAGNE PULIRE IL MARE REPORTAGE RIBELLI PER IL PIANETA EDUCAZIONE IMPARIAMO DALLA NATURA EXTINCTION REBELLION INTERVISTA A GUNTER PAULI RUOTE CIRCOLARI IN ITALIA SI RICICLA QUESTO NUMERO L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2019 2 5 Editoriale di Michele Dotti 6 REPORTAGE Ribelli per il pianeta di Sergio Ferraris 12 COMUNI VIRTUOSI Coltivando sobrietà di Marco Boschini 13 ITALIA CHE CAMBIA Seminare un altro mondo. É possibile di Daniel Tarozzi 14 ENERGIA Energia di comunità di Sergio Ferraris 15 AUTOPRODUZIONE Zanzare: non è un arrivederci di Lucia Cuffaro 17 ECOFILOSOFIA Coltivare l'amo di Maura Gancitano e Andrea Colamedici 18 PERSONAGGI Scarafaggi contro panda di Michele Dotti 22 LA CORNICE Plastica: onestà intellettuale di Raffaella Bullo 26 BIOPLASTICHE Plastica complessa di Marco Benedetti 29 SERVIZI DI RACCOLTA Il rifiuto non rifiuto di Francesco Girardi 32 RICICLO Altre vite della plastica di Rudi Bressa 35 CAMPAGNE Pulire il mare di Assunta Gammardella 38 PROGETTI Dalla bottiglia alla borraccia di Fabio Roggiolani IN COPERTINA Foto di Marco Gargiulo Numero 2-2019L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2019 3 40 ESPERIENZE Ruote circolari di Sergio Ferraris 42 PARLIAMONE CON Sofia Mannelli. Plastica dalle fattorie di Giorgia Marino 45 L'AMBIENTE IN NUMERI I numeri della plastica di Sergio Ferraris 46 IL PUNTO Partiamo dal divieto dell'usa e getta di G.B. Zorzoli 47 LA RIVOLUZIONE DELL'ORTO Il clima cambia l'orto di Andrea Battiata 48 TERRITORI Buon clima a Bergamo di Cecilia Bergamasco 50 PRATICHE E PRATICI Agricoltura bene comune di Giambattista Marchetto 52 CONSAPEVOLI Ritessere il tessuto di Silvia Zamboni 55 ESPERIENZE La via della seta. Etica di Michele Dotti 58 IL MONDO CHE CAMMINA Biogas fatto in casa di Michael Niederbacher 60 EDUCAZIONE Germogli verdi. Le scuole di Jaime Enrique Amaducci 62 GRAPHIC NOVEL Abbiamo... di Jacopo Fo 64 VIAGGIARE SLOW Illuminarsi d'immensità di Luca Vivan 69 ECOSALUTE Il corpo pensante di Espedito De Leonardis 70 RUBRICHE Libri, Cinema, Musica, LI.FE. 76 SPAZIO BAMBINI Gaia, la terra si presenta di Moreno Tomasetig 78 RUBRICHE EcoAppuntamenti, EcoNews, EcoAppL'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2019 5 “L’uomo intelligente risolve i problemi, quello saggio li previene”. Così scriveva Albert Einstein, esprimendo in modo nitido un concetto fondamentale, che ci hanno sempre ri- petuto con parole più semplici: “meglio prevenire che curare” diceva mia nonna. Questo concetto, tanto ovvio, ha faticato a farsi strada nel nostro Paese. Enunciarlo non basta e occorrerebbe coltivarlo in modo continuativo, nell’educazione, per poi sviluppar- lo anche nell’informazione. Esempio: il dissesto idrogeologico, che riguarda oltre 5milioni e 700mila italiani. Dal 1944 al 2012 ha provocato danni per 61,5 miliardi di euro, con quasi 5.500 vittime, dal 1950 a oggi, in oltre 4.000 eventi tra frane e alluvioni. Ma negli ultimi 10 anni sono stati spesi solo 2 miliardi per proteggere il territorio e appe- na il 5% dei bandi per le opere pubbliche riguarda la prevenzione. Ciò nonostante sia di- mostrato che, per ogni euro investito nella prevenzione delle alluvioni, se ne risparmiano circa sei, necessari per la riparazione dei danni conseguenti. Negli ultimi tempi qualcosa si sta muovendo a livello di finanziamenti, specialmente eu- ropei. In particolare, i fondi Life attraverso i quali l’Europa sostiene (con quasi 900 mi- lioni di euro nel periodo 2014-2020) manutenzione e gestione del territorio, sostenendo “pratiche e misure innovative che promuovono comunità resilienti e tecnologie adattative per i settori economici più vulnerabili al fenomeno dei cambiamenti climatici”. Questa volta, sembra proprio che abbiamo saputo rispondere. Sono 15 i progetti in corso (su 57 in Europa) sull’adattamento ai cambiamenti climatici e 13 (su 49) quelli dedicati alla mitigazione. Oppure c'è il tema della salute: ogni giorno in Italia vengono diagnosticati più di mille nuovi casi di tumore. Di questi, quasi il 70% si può prevenire adottando uno stile di vita corretto e con diagnosi precoci. Per quanto riguarda le diagnosi ci sono tre programmi di screening messi in campo dal Servizio Sanitario Nazionale, mentre per lo stile di vita ognu- no è “padrone a casa propria”. Ma solo di recente si sta diffondendo una maggiore atten- zione a questo tema con una cultura della prevenzione. E potrei continuare ancora. Sul tema della plastica, oggetto del focus, occorre riconoscere che prevenire non basta, poiché la quantità di plastiche che abbiamo già immesso nell’ambiente è talmente grande (rubrica “Ambiente in numeri” di Sergio Ferraris a pag. 45) che occorre anche intervenire per curare, il Pianeta e i suoi abitanti. E non vorrei che la prevenzione divenisse un alibi per delegare ad altri il nostro destino, scaricandone così la responsabilità: "è tutta colpa della politica, asservita ai poteri forti, come finanza, multinazionali, etc… sono loro che avrebbero dovuto prevenire”. Sicura- mente questi attori hanno responsabilità nette, ma proprio perché è difficile che inverta- no rotta e decidano di dedicarsi al bene comune anziché ai profitti, è decisivo riappro- priarsi del nostro destino, iniziando a fare quanto è nelle nostre possibilità. Se l’ottimista vede il bicchiere mezzo pieno e il pessimista quello mezzo vuoto, l’attivista vede un bicchiere capiente il doppio e per ciò si alza e va a riempirlo. Non rimane immo- bile a commentare l’esistente, ma si attiva per cambiarlo, affinché il domani sia migliore. È ciò che stiamo cercando di fare anche noi. Se vorrete, lo faremo insieme. Prevenire è meglio. Con cura Questo periodico è aperto a quanti desi- derino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica Ita- liana. Notizie, articoli, fotografie, compo- sizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubbli- cati, non vengono restituiti. www.ecofuturo.eu Direttore editoriale e responsabile: Michele Dotti Caporedattore: Sergio Ferraris Edito da Econnection: La comunicazione che innova Società cooperativa Piazza Francesco Donnetti 18 00145 Roma info@econnection.it P.iva 12260851006 Registr. al Tribunale: (in assolvimento)L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2019 6 È emergenza clima. Conclamata. Succede nel Regno Unito e non per caso. Il Governo di Sua Maestà è stato costretto a dichiararlo a causa di un algoritmo. Ma non si tratta d'intelligenza artificiale, bensì collettiva: quella di Extincion Rebellion. Il movimento, nato nell'ottobre 2018 nel giro di sette mesi ha costretto alla resa climatica la Camera dei Comuni che ha dovuto votare la dichiarazione d'emergenza climatica presentata, sempre su pressione dell'opinione pubblica, dal leader del Labour Pary Jeremy Corbin che si è dovuto "accodare" alla protesta. Grazie all'algoritmo messo a punto dai due fondatori, i ricercatori Gail Bradbrook e Roger Hallam che in tre anni studiando la storia delle proteste sociali del '900 hanno scoperto la formula "magica" della vittoria. In primo luogo hanno visto che per avere successo è sufficiente che il 3,5% della popolazione prenda parte al movimento e che le proteste non violente hanno il 53% di probabilità di successo contro il 25% di quelle violente. Determinato ciò i due studiosi hanno applicato un approccio sociologico, coinvolgendo nella protesta, attraverso messaggi mirati, anche i pensionati oltre ai giovani. «Gli anziani hanno disponibilità di tempo, di denaro e sono preoccupati per il destino dei nipoti», ha detto alla Bbc Hallam. Poi è stata studiata la quota di REPORTAGE / di Sergio Ferraris Ribelli per il Pianeta Può un piccolo movimento cambiare la cose? SÌ e ce lo dice un algoritmo7 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2019 Catturare l'attenzione dei media è questa una delle chiavi del successo di Extincion Rebellion. Nella foto in alto sinistra nella pagina precedente delle vittime climatiche, mentre accanto la barca rosa che ha bloccato il traffico a Kensigton Road. Nella foto al centro un "funerale climatico". In questa pagina in alto sinistra una militante dialoga con la polizia (è una strategia costante), a fianco un manifestante abbigliato con vegetali, in basso due ragazze abbigliate con un "tappeto erboso" durante la manifestazione che ha visto la mobilitazione di esponenti londinesi della cultura nei luoghi della cultura stessa come la Tate Gallery, nella quale i militanti sono entrati con un cavallo - simbolo per gli inglesi della natura. L'uso di simboli variegati ma estremamente diretti, come la natura, la morte e gli elementi dell'ambiente è alla base dell'alto grado di comunicazione che Extincion Rebellion possiede, da un lato, mentre sotto a un altro punto di vista, la ripetitività degli elementi coreografici, anche minimali, crea un alto grado di empatia e un senso di comunità tra i militanti stessi, rafforzando sia l'efficacia delle iniziative, sia la comunicazione verso l'esterno. Immagini, cortesia Extincion Rebellion: Alex Fisher, Jeremy Hutchison, AntonioOlmos, The Lightscaper, Gareth Morris.Next >