< Previous60 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2021 EXCO / di Elena Pagliai L a fiera virtuale realizzata da Ecofuturo è online da quasi un anno e continua consolidarsi. Da luglio EXCO si può visitare anche tramite l’App di Ecofuturo, scaricabile da Apple Store e Google Play e tramite il visore 3D Oculus, per un’esperienza immersiva completa. Dal suo debutto a dicembre 2020, in fiera sono già entrati più di 7 mila contatti registrati e hanno partecipato agli eventi 700 mila persone. Numeri interessanti sia per il comparto B2B per cui la fiera è nata, sia per la crescita della sensibilità dei consumatori nella scelta di prodotti e aziende sostenibili. Alle oltre 70 imprese che hanno esposto nella fiera virtuale se ne stanno aggiungendo altre per la nuova edizione; alcune dalla Svizzera, dalla Germania e dalla Francia. La possibilità di avere uno stand “perenne” all’interno di una piattaforma online 24h su 24 e 365 giorni all’anno è un’opportunità che il mondo del B2B non può farsi EXCO cresce con un nuovo padiglione dedicato al mare Mare circolareL'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2021 61 sfuggire. Il ritorno di alcuni eventi tradizionali in presenza, grazie alla diminuzione delle restrizioni e al calo di tensione e paura provocato dalla pandemia, non deve far distogliere lo sguardo dal vero traguardo del settore fieristico, ossia l’opportunità di realizzare fiere e congressi a discapito di qualsiasi situazione atipica si presenti. Un settore già intaccato pesantemente dalla crisi sanitaria non può non pensare a una trasformazione radicale del suo modello. Una piattaforma come EXCO è un’alternativa necessaria e anche più vantaggiosa delle fiere tradizionali. Per questo lo staff di Ecofuturo lavora continuamente per migliorarla e implementarla. Nei prossimi mesi sarà aperto un intero padiglione dedicato al mare, che ospiterà aziende che si impegnano per tutelarlo con sistemi innovativi di raccolta rifiuti, tecnologie sostenibili per le imbarcazioni, carburanti ecologici e altro ancora. Il padiglione si chiamerà “Mare circolare” dal nome del progetto di pulizia dai rifiuti plastici, promosso dalla Regione Marche. Il tema acqua sarà il riferimento per l’allestimento grafico che prevede la realizzazione di una vera e propria darsena in cui galleggeranno imbarcazioni di tipo diverso. Grazie alla piattaforma della fiera è possibile trasformare ogni spazio secondo le proprie esigenze e visioni, senza impattare sull’ambiente con la costruzione di esposizioni materiali da demolire alla fine di ogni evento. Rimanendo online per tutto l’anno, EXCO permette la visita potenziale di migliaia di persone, da tutto il mondo, grazie ad un modello sostenibile, inclusivo e che non aggrava l’inquinamento. Ecofuturo promuove questo modello di fiera, come alternativa agli sprechi e alle conseguenze negative prodotte da mega-eventi come i Summit climatici con migliaia di delegati ed Esposizioni internazionali come quella attualmente in atto a Dubai. A novembre sarà realizzata e trasmessa all’interno della fiera stessa, una trasmissione in contemporanea ai Panel giornalieri della Cop 26 di Glasgow per denunciare l’ipocrisia di scelte climatiche che finora si sono rivelate inconcludenti e diffondere le soluzioni concrete già disponibili, promosse dalla rete di Ecofuturo. All’interno del padiglione “Mare circolare” sarà presente il modello 3D di Pelikan, il battello raccogli rifiuti di Garbage Group, azienda marchigiana di servizi ecologici e marini dal 1958, protagonista di un crowdfunding da 40 mila euro promosso dalla Regione Marche e Svim che utilizzerà la tecnologia dell’azienda marchigiana per pulire il mare. Lunedì 27 settembre, al Porto di Ancona, il “varo circolare” della barca raccogli rifiuti intitolata “Le Marche” ha dato il via al progetto Mare circolare e alla raccolta fondi per ripulire le zone portuali di Fano, Senigallia, Civitanova e Portonovo, unendo il tema della Blue Economy a quello della alimentazione con due famosi testimonial, Giobbe Covatta e Moreno Cedroni. Nell’ambito del progetto europeo “Blue Crowdfunding” inizia la sperimentazione di un finanziamento alternativo che parte dal basso, dai cittadini marchigiani che potranno vedere realizzato un progetto per il bene e la salute di tutti anche grazie al proprio individuale contributo. «Siamo passati dal problema alla risorsa – afferma Paolo Baldoni, direttore di Garbage Group – Uno studio del Politecnico delle Marche sostiene che una spiaggia piena di rifiuti è una spiaggia che ha un potere calorico molto alto. Ci impegniamo a pulire il mare raccogliendo la plastica e riutilizzando questo tipo di rifiuto a livello materico o energetico ma siamo pochi e c’è bisogno di una mobilitazione nazionale perché il mare non può attendere». La tecnologia sviluppata dalla Garbage Group, è in grado di rimuovere il materiale inquinante semisommerso e recuperare per poi separare gli idrocarburi, raccogliendo fino a 15m3 di fluidi sversati. L’equipaggiamento del Pelikan prevede anche un doppio impianto di irrorazione di disperdenti chimici autorizzati dal Ministero dell’Ambiente. Una tecnologia sostenibile che dà speranza per la salvaguardia del mare. Anche per questo Ecofuturo ha scelto di esporre il modello di Pelikan in EXCO per promuoverne il suo utilizzo in tutta Italia e non solo. ▲ In questo video il varo di “Le Marche” in mare che sancisce l’inizio del progetto.L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2021 63 LA RIVOLUZIONE DELL’ORTO / di Andrea Battiata* L’ agricoltura odierna ha stravolto le condizioni originate da millenni di osservazioni. Oggi otteniamo il 70% delle calorie da appena il 25% delle terre coltivate. Con il restante 75% diamo da mangiare agli animali, dai quali otteniamo solo il 25% di calorie (carne che non fa bene e ci espone alla resistenza agli antibiotici, unico vero medicinale importante disponibile adesso) e gli stessi animali sono una delle maggiori fonti di inquinamento ambientale. Siamo di fronte a un’ampia disponibilità di cibo, ma ci limitiamo a coltivare pochissime specie vegetali. L’uomo del Neolitico consumava mediamente 200 piante, che diventarono poi 50 per il cittadino medio durante la Rivoluzione Francese. Oggi, invece, in media consumiamo soltanto 16 vegetali. E oltre a ridurre le specie c’è anche una forte riduzione delle varietà. Stiamo per configurare per i nostri giovani e per le generazioni future una catastrofe paragonabile a diverse guerre mondiali messe insieme. Sì, perché il nostro benessere attuale, le nostre comodità, le nostre tecnologie avanzatissime stanno attingendo a risorse di natura intergenerazionale. Il riscaldamento globale, le modificazioni delle temperature e dei fenomeni meteorologici che mostrano già dimensioni catastrofiche, non sono altro che la conseguenza delle scelte fatte dalla generazione del boom economico, delle quali non si riesce più a contenere la portata e non si trovano gli strumenti per uscirne indenni. Sembra che la corsa verso il consumismo sfrenato e irragionevole sia entrata in uno stato di non ritorno. Il 29 luglio 2021, di è celebrato l’Earth Overshoot Day, letteralmente significa “Giorno del sovraccarico della Terra”, è il giorno in cui noi esseri umani abbiamo esaurito tutte le risorse biologiche che il Pianeta genera e che dovrebbero bastarci per tutto l’anno. Il calcolo dell’Overshoot Day è iniziato negli anni ’70 – allora il debito dell’umanità con la Terra era minimo, ma da lì in poi la data è andata anticipando di anno in anno e oggi si calcola che il debito ecologico cumulativo sia equivalente a 18 anni terrestri: ci vorrebbero 18 anni di totale inutilizzo delle risorse per invertire i danni provocati dal sovra sfruttamento umano. Purtroppo, oltre al debito ambientale, a quello del debito pubblico, al riscaldamento globale, all’esaurimento delle risorse – tutti fenomeni intergenerazionali - abbiamo anche l’esaurimento della fertilità dei terreni coltivati e la diminuzione della qualità degli alimenti. Storicamente ogni civiltà umana che ha degradato il proprio suolo di coltivazione è crollata, si è dispersa, è diventata ininfluente, è stata sottomessa da chi aveva più cibo disponibile e quindi più potere di sopravvivenza. Attualmente, il degrado del suolo si sta verificando ad un ritmo tale da far prevedere un crollo delle produzioni entro la fine del Secolo. Abbiamo bisogno di un approccio sistemico, la terra è un ecosistema, ognuno di noi è un ecosistema! Nessuna entità del nostro Pianeta può vivere disconnessa dagli altri. Sappiamo che per distruggere un suolo in condizioni tropicali è sufficiente qualche anno. In condizioni temperate occorre una generazione. Sarà la nostra? ▲ Sull'alimentazione abbiamo bisogno di un approccio sistemico, perché il Pianeta è un ecosistema e richiede un metodo olistico Eredità tradite * Agronomo e contadino urbano a Firenze64 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2021 IL MONDO CHE CAMMINA / di Paola Bolaffio* 2 9 nazioni, 56 progetti, 300 città e 2,3 milioni di visitatori lo scorso anno. Gli organizzatori della Notte Europea dei Ricercatori e Ricercatrici, nelle città europee coinvolte, quando scriviamo sono ancora al lavoro per tirare le somme dell’edizione 2021 anche se qualcuno esprime il primo sorriso di soddisfazione: è stata un successo. La voglia di avvicinarsi alle scienze, di sperimentare, di capire e toccare con mano è cresciuta. Sarà anche a causa della pandemia e del caos mediatico mondiale ma tra eventi dal vivo e online il pubblico è stato numeroso e ancora aumenta, con le visualizzazioni. Climate Change è non a caso il tema scelto dalla Commissione Europea per il 2021: il 24 settembre è una data a meno di una settimana dall’inizio dei lavori della Cop dei giovani e della Pre-Cop di Milano, a un mese dalla Cop 26 di Glasgow, dove i governi del mondo decideranno il destino dell’umanità e del Pianeta. Il mondo della Ricerca europea è in cammino, ci lavora da tempo in ogni sua declinazione. Tocca ai governi, piccoli e grandi, alla finanza e anche ai cittadini stare al suo fianco e agire di conseguenza. La Notte della Ricerca nasce nel 2005 per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza e i benefici dell'innovazione e mostrarne l'impatto concreto sulla vita quotidiana, per promuovere l'eccellenza dei progetti di ricerca europei e aumentare l'interesse delle nuove generazioni verso le carriere scientifiche. Tanti i progetti presentati da centri scientifici, associazioni di ricercatori, consorzi di enti da ogni angolo d’Europa. Solo in Italia sono stati La Notte Europea dei Ricercatori e Ricercatrici è un successo anche in Italia che testimonia il desiderio di scienza da parte dei cittadini Ricerca nella notteL'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2021 65 sei i progetti “bollinati” e finanziati dalla Commissione europea, così da coprire quasi tutto il territorio nazionale di eventi di ogni genere, dai giochi ai talk show, dagli spettacoli ai laboratori, dalle sfide a colpi di ricerca ai seminari. Online e dal vivo, si diceva. Per cercare di arrivare ovunque e per tentare ogni linguaggio. La necessità dei cittadini di capire la scienza e quella della scienza di farsi capire, sono entrambe sotto gli occhi di tutti, soprattutto dopo quest’ultimo periodo di caos informativo. I media non sono stati all’altezza di quel lavoro di “mediazione”, che diffonde informazioni corrette e comprensibili. È mancata, evidentemente non solo in Italia, la figura fondamentale del giornalista scientifico, preparato a porre le domande giuste alle fonti autorevoli. Tra le iniziative di #LEAF (heaL thE plAnet Future), progetto della Notte dei Ricercatori e delle Ricercatrici di Frascati Scienza (19 città e 2500 ricercatori/ trici coinvolti), nessuna delle figure necessarie è mancata. Cittadini di ogni età (molti anche adolescenti, novità 2021) che per giorno, ma forse più, si sono vestiti dei panni di “SuperResearchers”, nelle strade, nei teatri, a raccontare, a far vedere, a far sperimentare e giocare alle scienze con i divulgatori scientifici e giornalisti scientifici al loro fianco, per trovare modi anche divertenti, accattivanti, di spiegare la complessità. Tanto per fare un esempio, la giornalista scientifica Roberta Villa, laureata in medicina e in prima linea per una corretta informazione durante questi mesi di pandemia, in scena a teatro insieme alla Compagnia degli Appiccicaticci nello show “Comunicatori… improvvisati”: tra uno sketch e l’altro, sono riusciti a stabilire con il pubblico le basi di una comunicazione scientifica equilibrata, corretta, trasparente ed efficace. Altro esempio in linea con il tema europeo, quello organizzato, sempre all’interno della Notte dei Ricercatori, da Giornalisti Nell’Erba e Between Science&Society, Hub di Italian Institute for the Future, dal titolo “Climate Change: A Youth Road Map”, nell’ambito delle iniziative All4Climate Italy promosse per la Cop 26. Obiettivo, quello di far dialogare giovani cittadini, esperti e giornalisti scientifici, per poi elaborare proposte per le sfide del secolo con orizzonte al 2030 (definito dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile). L’evento, che si è tenuto nella seicentesca Villa Cavalletti di Grottaferrata (alle porte di Roma) è stato composto da due fasi. La mattina dedicata al confronto tra trenta giovani (studenti degli ultimi due anni delle scuole superiori e studenti universitari) e un panel di ricercatori, divulgatori, decisori politici su quattro filoni: strategie di mitigazione e adattamento climatico, economia circolare e sostenibilità, energie rinnovabili e risparmio energetico, biodiversità e gestione degli ecosistemi. Il pomeriggio, i giovani, con il metodo di “foresight partecipativo”, hanno elaborato scenari al 2030 in ciascuno dei quattro settori e una “road map” da adottare per mitigare il “worst case scenario” e ottimizzare il conseguimento del “best case scenario”. Le soluzioni, che saranno pubblicate a febbraio 2022, hanno riportato tratti comuni che in estrema sintesi miravano a una riduzione drastica del carbon fossile e a una maggiore cultura e sensibilizzazione dei cittadini e dei decisori. ▲ * Project manager e direttora responsabile Giornalisti Nell'Erba66 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2021 VIAGGI / di Chiara Grasso* L a pandemia ha letteralmente stravolto le nostre vite. E ha stravolto anche l’ambiente: ma in meglio o in peggio? Se da una parte gli ecosistemi hanno sofferto la crisi da Covid-19 a causa dell'inquinamento per la produzione di tutto il materiale monouso, c’è un ambito che ne ha giovato: il turismo sostenibile. Prima della pandemia, in un periodo di alta stagione, la scelta ricadeva su mete frequentate con attività ludico ricreative che escludevano la Natura; oggi la tendenza è cambiata. Tony Wheeler, fondatore della casa editrice australiana “Lonely Planet”, racconta che il futuro del viaggio sarà quanto di più vicino alla visione di turismo sostenibile in un’epoca di cambiamenti climatici e crisi ambientali. La presenza eccessiva di turisti era un problema crescente fino all’insorgenza del Covid-19, che ha risolto tutto in modo drastico. Sono scomparsi i turisti e tutti hanno smesso di lamentarsi del over tourism, che non riguarda solo l'affollamento di persone ma comporta una miriade di complicazioni relative alla tutela ambientale e alla biodiversità. È facile vederne le conseguenze nelle mete più visitate ma dalle Galápagos Il turismo nel post Covid oscilla tra sicurezza, sfide e sostenibilità, ma la pandemia è un’opportunità per rendere il turismo più sostenibile Il senso dei viaggi dopo pandemiaL'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2021 67 al Costa Rica, il problema iniziava a interessare anche il mondo naturale, problema che riguarda anche l’impatto sulle culture e sugli ecosistemi fragili. Come dice Wheeler in un passaggio del libro: «Se non stiamo devastando la cultura locale, la stiamo sfruttando». Il turismo che conosce i limiti non distrugge, ma aiuta: con il pagamento degli ingressi nei parchi nazionali, dove il turista è anche un investitore per la loro conservazione; soggiornando nelle piccole strutture locali e contribuendo all’economia dei piccoli ristoranti e delle botteghe gestite dalle persone del luogo, dove aiuta le comunità indigene. In quale modo la pandemia sta influenzando positivamente tutto questo? Facciamo un passo indietro. I problemi causati dalla crescita del turismo globale erano fin troppo evidenti: città sovraffollate, degrado ambientale e inquinamento da CO 2 . Dal 1950 al 2019, il numero di turisti internazionali è passato da 25 milioni a quasi 1 miliardo e mezzo. L'Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite (UNWTO) stima che entro il 2030 supererà i 17 miliardi. Dal 2016, il numero di emissioni legate ai trasporti del turismo è stato di quasi 1.600 milioni di tonnellate e dovrebbe crescere entro il 2030 del 25%. Il trasporto turistico contribuisce a circa il 5% di tutte le emissioni provocate dall'Uomo e oltre il 20% delle emissioni legate ai trasporti. Secondo uno studio del 2018 su “Nature”, le emissioni annuali associate al turismo in settori tra cui trasporti, merci, cibo e bevande, agricoltura, servizi, alloggi, edilizia, miniere e ospitalità, rappresentano quasi 4,3 miliardi di tonnellate di CO 2 . La pandemia ha spostato l'attenzione sulla resilienza, sulla sostenibilità e sull'interconnessione tra le parti interessate. L'UNWTO ha pubblicato una guida per una ripresa responsabile del settore, per costruire un turismo sempre più ecologico, che si delinea in sei linee di azione: salute pubblica, inclusione sociale, conservazione della biodiversità, azione per il clima, economia circolare, nonché governance e finanza. Più natura in viaggio Il rapporto sul turismo, redatto dagli europarlamentari lo scorso marzo, afferma che la pandemia ha spostato le preferenze dei consumatori verso opzioni più vicine alla natura. «La pandemia di Coronavirus è stata un momento di shock globale che ha portato a un ripensamento nel settore del turismo, che è così abituato al successo», ha affermato Martin Balas del Centro per il turismo sostenibile (ZENAT) tedesco. «I viaggi sostenibili sono una tendenza che esiste da anni e l'industria ha già risposto e continuerà a farlo in futuro», ha affermato Ellen Madeker della German Travel Association e le grandi compagnie di viaggio stanno preparando campagne di sensibilizzazione per aumentare la consapevolezza sugli impatti del viaggio. Nel 2020 il numero di viaggi aerei e crociere è diminuito drasticamente ed è aumentata la domanda di camper e biciclette. Molti viaggiatori hanno preferito agli hotel appartamenti o campeggi, per motivi di sicurezza, migliorato l'impronta di carbonio, riducendo il consumo di acqua e la produzione di rifiuti. La pandemia ci ha messo davanti al fatto che non possiamo più disboscare le foreste e commercializzare animali selvatici senza controllo. Non possiamo inquinare gli oceani e non possiamo infestare il mondo se vogliamo viaggiare. Il turismo del post-Covid-19 è più attento, più premuroso e, di conseguenza, più sostenibile e responsabile, almeno fino a quando non ci dimenticheremo di quello che è stata la pandemia per l’intero Pianeta. ▲ * Presidente di ETICOSCIENZA e autrice, insieme a Christian Lenzi, del recente libro “Viaggia green nella Natura”, Edizioni Sonda jonathan-forage-unsplashNext >