< PreviousL'ECOFUTURO MAGAZINE luglio/agosto 2021 20 PERSONAGGI / di Michele Dotti Il Covid-19 ha messo a dura prova la scuola che ora riparte. Parla Barbara Floridia, Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione 20 Abitare il mondo in modo nuovoL 'a scuola gioca un ruolo fondamentale rispetto alla formazione sulle tematiche della sostenibilità, che rappresentano non solo il futuro ma anche il presente dei nostri giovani. Abbiamo posto una serie di domande a Barbara Floridia, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione, la quale ci ha presentato la propria visione su questi temi anche alla luce del nuovo Piano varato dal Governo. Nel 2019 milioni di giovani si sono avvicinati alla questione ambientale, grazie a Greta Thunberg. Oggi la pandemia ha occupato tutti gli spazi. Cosa si può fare per risvegliare quella passione civile? «Adesso è il tempo di attuare le loro richieste. I giovani perdono la passione quando le loro proteste vengono ignorate. L’ascolto è fondamentale. Per questo colgo ogni occasione per parlare ‘con’ loro, non solo ‘di’ loro. Solo facendo così è possibile cogliere il loro malessere e dare seguito, con le azioni, alle loro richieste». L’introduzione dell’educazione civica alla sostenibilità è stata un passo fondamentale. Quali sono le prossime azioni che prevedete? «Il prossimo passo è l’attuazione del Piano RiGenerazione Scuola, che prevede ingenti risorse, strumenti didattici ed esperti messi a disposizione delle scuole per poter implementare l’educazione ambientale non solo nell’educazione civica ma anche nei comportamenti di tutta la comunità scolastica. Essendo la scuola un luogo che contamina, questi nuovi comportamenti saranno adottati da tutta la collettività. Il Piano prevede anche un’attenzione reale agli ambienti, con l’efficientamento energetico degli edifici che custodiscano il bello e valorizzino gli spazi verdi. Perché anche lo spazio fisico è parte di un ambiente di apprendimento». L’ecologia è semplicemente una materia di studio, un insieme di contenuti o può essere una prospettiva con la quale approcciare tutte le materie? «L’ecologia è un modo di abitare il mondo, è possibile risolvere i problemi ambientali solo se visti in chiave sistemica». 21 L'ECOFUTURO MAGAZINE luglio/agosto 2021 PERSONAGGIQuale ruolo può giocare la ricerca in futuro e come pensate di sostenerla, per evitare la "fuga dei cervelli”? «Di questo si occupa maggiormente il Ministero dell’Università. Come M5S riteniamo che si debba sostenere economicamente la ricerca, aumentando i finanziamenti, gli assegni di ricerca e le retribuzioni dei dottorati di ricerca. Siamo già intervenuti per migliorare il sistema dei ricercatori con un disegno di legge a prima firma Alessandro Melicchio, da poco approvato alla Camera e ora approdato al Senato». Quali strumenti ritiene siano indispensabili ai giovani perché possano orientarsi rispetto alle professioni del futuro? «Occorre potenziare l’orientamento in uscita nelle scuole, affinché i ragazzi abbiano contezza di ciò che li aspetta dopo gli studi, nel mondo del lavoro. Oltre a questo, è necessario innovare alcuni indirizzi di studio, per renderli maggiormente aderenti alle esigenze della società attuale. A tale scopo abbiamo previsto l’introduzione di nuovi indirizzi di studio come il liceo ambientale, l’ITS per l’agricoltura di precisione e quello sull’economia circolare, per citarne alcuni. Molte opportunità del futuro saranno legate a questi mestieri». Gli insegnanti hanno attraversato un periodo molto difficile. Che cosa ci ha insegnato la pandemia e che cosa occorre cambiare per non ritrovarsi di nuovo in un simile affanno? «Da questa crisi, ci portiamo di buono la digitalizzazione delle scuole, della quale dobbiamo continuare ad avvalerci come strumenti integrativi alla didattica in presenza. In merito a ciò che dobbiamo cambiare, è evidente a tutti che le norme sulla sicurezza sono state in contrasto con l’eccessivo numero di alunni per classe, che va ridotto come noi del M5S chiediamo da prima della pandemia. Su questo aspetto stiamo continuando a lavorare». In Italia ci sono oltre 50 mila scuole, che potrebbero divenire il centro di altrettante "comunità energetiche”, producendo sui propri tetti energia rinnovabile. Pensate di favorire questa opportunità? E come? «Quella delle scuole come comunità energetiche è una proposta già compresa nel nostro Piano RiGenerazione Scuola, per la transizione ecologica e culturale delle scuole. Sarà cura del Ministero dell’Istruzione sollecitare gli enti territoriali, proprietari degli immobili, ad attuare questa norma virtuosa. Il tutto compatibilmente con i vincoli paesaggistici e le caratteristiche delle strutture». ▲ L'ECOFUTURO MAGAZINE luglio/agosto 2021 22 PERSONAGGI24 L'ECOFUTURO MAGAZINE luglio/agosto 2021 FUTURO / di Rudi Bressa L e stime parlano chiaro: entro il 2050 il Pianeta ospiterà circa 9,7 miliardi di persone. Un Pianeta già sotto pressione, che dovrà fornire cibo a una popolazione in costante crescita ma con le risorse limitate. In questo scenario si dovrà rivedere l'intera filiera agroalimentare, per produrre di più consumando meno, riducendo gli sprechi e soprattutto recuperando le materie prime, chiudendo il ciclo. È quella che viene definita agricoltura 4.0, un sistema produttivo intelligente, capace di innovare per produrre cibo sicuro. Nel 2015, l'agenda delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile 2030 e la comunità internazionale si sono impegnate a porre fine alla fame. È un obiettivo che L'agricoltura del futuro sarà intelligente e a zero emissioni, grazie alle nuove tecnologie e alle soluzioni circolari Oltre l'orizzonte 25 L'ECOFUTURO MAGAZINE luglio/agosto 2021 stiamo raggiungendo? Affatto. Oggi, ancora 800 milioni di persone nel mondo soffrono la fame. In uno scenario normale, l'8% della popolazione mondiale (o 650 milioni) entro il 2030 sarà ancora denutrita. Di contro, nei Paesi sviluppati, altri 800 milioni di persone sono in sovrappeso o obese. Un paradosso che non possiamo più permetterci. L'agricoltura 4.0 È su questi presupposti che l’agricoltura 4.0 dovrà e potrà fare la differenza. Prendiamo per esempio l'impiego dei droni: oggi i quadricotteri sono impiegati su campi e frutteti per valutare la salute dei terreni e delle piante, raccogliendo immagini e dati in tempo reale. Sembra fantascienza, ma esistono anche droni totalmente autonomi che volano a orari prestabiliti, si ricaricano da soli e raccolgono autonomamente dati e immagini. Un esempio di come si stia evolvendo l'agricoltura: questi sistemi possono ridurre i costi di impianto dell'85%. Guidati dal Gps, possono inoltre irrorare i raccolti con una precisione senza precedenti, riducendo l'uso di pesticidi fino al 30%. Una raccolta di dati enorme che sarà gestita dal cosiddetto Internet of Things (IoT), dove robot agricoli dotati di sensori raccolgono dati, li elaborano e li mettono a disposizione degli utilizzatori finali. Gli agricoltori in questo caso possono conoscere in tempo reale il grado di umidità del suolo, le aree dov’è necessario irrigare, scegliere il momento più adatto per le semine. Per finanziare questa “rivoluzione verde” è nato un progetto chiamato Internet of Food and Farm 2020, che prevede la partecipazione di 73 partner diversi con un finanziamento di circa 30 milioni di euro in quattro anni. Se guardiamo ai numeri, arrivano buone notizie anche dal nostro Paese: nonostante siamo al 14mo posto in Europa per capitale raccolto, siamo stati capaci di produrre leader mondiali di settore. Nel 2020 le startup Agrifood italiane rappresentavano il 6,8% del totale globale (fonte: Forward Fooding). Il mercato dell'agricoltura 4.0 in Italia ha prodotto 540 milioni di euro, con il 20% in più rispetto all'anno precedente, mentre il 60% delle aziende agricole utilizza almeno una soluzione digitale, con un 38% che ne impiega due o più. La spesa del settore Agritech è trainata dalle soluzioni di agricoltura di precisione, sistemi di monitoraggio e controllo di mezzi e attrezzature e dai macchinari connessi (fonte: Osservatorio Smart Agrifood Politecnico di Milano, 2021). Blockchain La blockchain è una realtà affermata anche in agricoltura. È un valore aggiunto per tutta la filiera, una sorta di etichetta di qualità immutabile disponibile sia per i consumatori finali sia per i produttori di beni. Esistono casi, in particolare nel settore del riso, in cui è impiegata una piattaforma software che applica la tecnologia blockchain per registrare in ogni fase, tutti i dati di coltivazione, conservandoli in modo sicuro e inalterabile, come per esempio quelli legati all’area geografica di produzione, le varietà seminate, le estensioni, i programmi di irrigazione, di fertilizzazione e protezione della coltura, tracciando le diverse fasi di crescita del cereale. Ogni fase del processo è inserita e conservata in un registro unico condiviso. Questo strumento incrementa la trasparenza dei processi produttivi, certificando allo stesso tempo le fasi cruciali di coltivazione e lavorazione del cereale e permette di trasferire l’informazione lungo tutta la filiera, idealmente fino al consumatore finale. Grazie a questa soluzione innovativa, l’azienda agricola può fornire alla riseria tutte le informazioni sul raccolto, evidenziandone tipicità ed eccellenza. Biogas chiude il ciclo Nel piano di ripresa europeo, il Next Generation Eu, l'agricoltura gioca un ruolo cruciale, tanto che avrà a disposizione risorse aggiuntive per 7,5 miliardi di euro. Di questi, 1,92 miliardi di euro, previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), saranno messi a disposizione nella filiera agricola e agroindustriale italiana. Un risultato «frutto di un profondo lavoro di sensibilizzazione svolto dal Cib anche grazie al progetto La blockchain è un'innovazione che porterà più valore a tutta la filiera agricola26 L'ECOFUTURO MAGAZINE luglio/agosto 2021 Farming for Future», ha detto il presidente del Consorzio italiano biogas Piero Gattoni. Un lavoro che ha aperto un dialogo costante con le associazioni agricole, il mondo dell’ambientalismo scientifico, il mondo industriale e con le istituzioni nazionali. «Ritengo che questo sia un segnale importante che riconosce come gli impianti di digestione anaerobica integrati nelle aziende agricole siano infrastrutture strategiche in grado di stimolare la transizione agroecologica nei territori», ha spiegato Gattoni. È forse la chiusura del ciclo la fase più importante dell'intera filiera, perché permette la trasformazione agroecologica del settore e una la riduzione del 30% delle emissioni. Un impianto a biogas può essere la soluzione per ridurre l’impatto ambientale degli allevamenti: la digestione anerobica è ottimale per avere una significativa riduzione delle emissioni di metano, ammoniaca e protossido d’azoto, nonché degli odori. Con l’inserimento dell’impianto di biogas si ha il rapido avvio delle deiezioni al digestore: questo, oltre a massimizzare la produzione di energia e ridurre le emissioni, ha un effetto positivo sul benessere animale grazie alle migliori condizioni che si creano nelle stalle. Un ulteriore elemento fondamentale per la corretta gestione degli effluenti è lo stoccaggio del digestato in vasche coperte, grazie al quale si evita la dispersione in atmosfera delle emissioni residue di metano e ammoniaca. «Nella road map del Cib al 2030 abbiamo previsto una produzione di 6,5 miliardi di metri cubi di biometano se si intercetterà almeno il 65% degli effluenti zootecnici», afferma Lorella Rossi, responsabile dell'area tecnica del consorzio. «In questo modo siamo in grado di produrre biogas/biometano sostenibile secondo i rigorosi criteri della nuova Red II – la direttiva europea che prevede un ruolo importante per l’elettricità rinnovabile utilizzata nei trasporti -, e di contribuire positivamente alla riduzione delle emissioni connesse con l’uso dell’energia fossile, nonché alla ricarbonizzazione dei suoli agricoli». In aggiunta ai benefici, in termini di riduzione delle emissioni, l’azienda agricola con la digestione anaerobica degli effluenti, oltre a produrre energie rinnovabili (energia termica ed elettrica e biometano per gli usi più diversi), può disporre del digestato, un fertilizzante organico con caratteristiche agronomiche e igienico- sanitarie migliori rispetto alle deiezioni tal quali. Il suo impiego con sistemi avanzati di distribuzione consente la pressoché totale sostituzione dei fertilizzanti chimici. Non è un caso che il digestato agricolo sia impiegato anche nelle produzioni biologiche. Nei prossimi anni anche l'agricoltura avrà un ruolo decisivo nella trasformazione della nostra società, capace di produrre di più consumando meno risorse e anzi, riqualificando e rinaturalizzando i terreni, preziosi serbatoi di carbonio, per mantenere in salute i suoli e fornire cibo di qualità e a basso impatto ambientale. ▲27 L'ECOFUTURO MAGAZINE luglio/agosto 2021 Siamo leader mondiali nella produzione di pannelli solari ultraleggeri ed ultrasottili in materiale plastico. I nostri pannelli fotovoltaici sono caratterizzati da alta efficienza e facilità di installazione. Ecco perché molti costruttori di camper e caravan, cantieri navali, costruttori di contenitori per i rifiuti, di apparecchiature per la sicurezza, di tensostrutture , architetti e progettisti scelgono di integrare i moduli PV Enecom direttamente in fase di design e progettazione delle loro realizzazioni. Ed ecco perché ENECOM INSIDE è diventato un marchio dstintivo di qualità e innovazione, Made in Italy ENECOM Srl - Via Siena, 16 59013 Montemurlo Italy - +39.334.1444084 info@enecompower.com www.enecompower.com 28 L'ECOFUTURO MAGAZINE luglio/agosto 2021 P rima di parlare di agricoltura e rinnovabili, forse dovremmo parlare di agricoltura e cambiamenti climatici perché inquadrare la questione sotto questo aspetto aiuta a capire la necessità di creare una sinergia tra il comparto agricolo e quello delle rinnovabili, troppo spesso visti come antagonisti. L’agricoltura è il settore che sta risentendo maggiormente degli effetti della crisi climatica e dell’inquinamento con ingenti perdite di produttività. Le variazioni delle temperature e delle stagioni vegetative influiscono sulla proliferazione e diffusione di alcune specie, quali gli insetti, o di erbe infestanti e malattie, con il rischio che l’attività agricola perda gradualmente di competitività Coniugare lo sviluppo delle rinnovabili con la tutela del comparto agricolo è possibile. Si crea valore aggiunto e si aiuta la produzione di qualità Coltivare energie RINNOVABILI / di Cecilia Bergamasco*29 L'ECOFUTURO MAGAZINE luglio/agosto 2021 se non si ricorre all’innovazione. Per contrastare i cambiamenti climatici, il Piano nazionale Integrato Energia Ambiente (Pniec) dell’Italia prevede la riduzione del 56% delle emissioni nel settore della grande industria, del 35% per il terziario, trasporti terrestri e civili e un obiettivo del 30% dei consumi finali lordi soddisfatti da fonti rinnovabili, tutto entro il 2030. Obiettivi che per molti sono ritenuti non sufficienti ma è quello che abbiamo e non è nemmeno scontato raggiungerli. La questione è riuscire a sviluppare le fonti rinnovabili preservando l’agricoltura, una strada assolutamente percorribile, ma serve il dialogo tra le parti coinvolte che devono lasciare alle spalle prese di posizione a priori. È in atto una forte tendenza all’automazione e all’interconnessione delle attività agricole e, in un senso più ampio, di tutti i processi di filiera. Ciò avviene grazie all'implementazione armonica e coordinata di diverse tecnologie innovative – digitali e non – capaci di generare benefici in termini di condizioni di lavoro, resa produttiva, qualità della produzione, efficienza, integrazione di filiera. Questi cambiamenti presuppongono un cambio di paradigma energetico, puntando all’autoproduzione locale da fonti rinnovabili, riducendo i costi di approvvigionamento energetico e l’impatto sull’ambiente. Le opportunità create dallo sviluppo della digestione anaerobica in agricoltura sono molte, spiega il Consorzio Italiano di Biogas. Le aziende agricole che hanno integrato nelle loro attività l’impianto biogas hanno apportato enormi cambiamenti nel modo di fare agricoltura, attivando meccanismi di economia circolare così si possono utilizzare al meglio gli scarti delle produzioni per produrre energia rinnovabile, impiegare il digestato (altro prodotto della digestione anaerobica) come fertilizzante riducendo l’impiego di quelli di sintesi, migliorando la produttività e incrementando la fertilità dei terreni e l’attenzione alla biodiversità. Stesso discorso vale per il fotovoltaico, che in contesto agricolo deve essere interpretato come agro- fotovoltaico. Una definizione che, secondo Italia Solare, prevede che la realizzazione di un impianto fotovoltaico sia fatta nel rispetto dell’uso agricolo e/o zootecnico del suolo, anche quando collocato a terra. Inoltre, non deve inibire tale uso, ma integrarlo e supportarlo, garantendo la continuità delle attività pre-esistenti ovvero la ripresa agricola e/o zootecnica e la biodiversità sull’area in cui è presente l’impianto, contribuendo così a ottimizzare l’uso del suolo con ricadute positive sul territorio in termini occupazionali, sociali e ambientali. Anche l’eolico, come ci spiega Anev, è una tecnologia che si sposa perfettamente con l’agricoltura, è rinnovabile, ha un bassissimo consumo di suolo rispetto alla potenza installata e ancor più rispetto alla produzione elettrica. Per sua natura deve essere realizzato nelle zone apicali e questo garantisce una minima sottrazione di terreno coltivabile agli agricoltori. Inoltre, la viabilità di servizio che serve a mantenere gli impianti è utilizzata spesso dagli agricoltori per coltivare anche le aree marginali dei loro appezzamenti di terreno. Le opportunità L’integrazione delle fonti rinnovabili complementari alle aziende agricole rappresenterà sempre di più un’opportunità che gli agricoltori vorranno cogliere per mantenere la competitività sul mercato. Grazie alle innovazioni apportate dagli impianti di biogas in agricoltura, le aziende sono sempre di più consapevoli dell’importanza di un sistema produttivo sostenibile e multifunzionale. L’agro-fotovoltaico rappresenta una soluzione efficiente al problema dell’utilizzo di suolo, poiché rispetta l’impiego dei terreni agricoli aumentandone la resilienza. I pannelli, infatti, contribuiscono a diminuire il fabbisogno idrico in agricoltura e proteggono le colture dagli eventi atmosferici estremi. Da un punto di vista economico, l’agro-fotovoltaico supporta l’agricoltura grazie alla diversificazione delle fonti di reddito e crea valore addizionale nelle aree rurali con nuove opportunità di lavoro. Anche per quanto riguarda l’eolico gli agricoltori normalmente si pongono in maniera positiva rispetto alla realizzazione di impianti nei loro fondi, poiché questo consente di avere un reddito derivante dal diritto di superficie che le aziende riconoscono per Occorre un cambio di paradigma energetico, puntando all'autoproduzione locale da fonti rinnovabili Next >